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Il ‘demone della modernità’ in mostra

Un singolare percorso espositivo a Palazzo Roverella, Rovigo, sull’irruzione della modernità e i ‘demoni’ che ha generato

Triumph der Finsternis
Press Office Studio Esseci

La modernità che irrompe nel tardo Ottocento, e il suo manifestarsi nei primi anni del Novecento, genera vitalità sfrenata da un lato, ambiguità dall’altro, sogni e incubi, nuove possibilità e nuovi conflitti, angeli e demoni. E’ questo il soggetto della sorprendente mostra allestita a Palazzo Roverella di Rovigo, affidata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova  e Rovigo a Giandomenico Romanelli. La fine dell’Ottocento e i primi trent’anni del ‘secolo breve’ fanno da sfondo alla mostra che in modo originale propone una visione della modernità popolata da inquietudine, ineffabilità, inconscio, morte, destino.


Hans Unger: Salomé, 1917, Städtische Galerie Dresden – Kunstsammlung, Museen der Stadt Dresden

Accostamenti insoliti e forse unici per un percorso espositivo in grado di emozionare, che porta a toccare profondi meandri oscuri dell’inconscio per poi ascendere alla luminosità spirituale, come se il viaggio tra luce e tenebra fosse costellato di emozioni espresse attraverso codici simbolisti. Opere suggestive di grandi artisti europei accompagnano il visitatore alla scoperta di un’arte esclusiva, misteriosa e al contempo drammatica, cruda, che dalle scommesse della modernità tocca la follia delle guerre. Ed ecco che tra resistenza, caduti, morte e distruzione si affaccia anche il vitalismo proteso a ricreare, conquistare, rinascere. Nel periodo storico a cui appartengono le opere, anche i linguaggi dell’arte si rinnovano tumultuosamente, infrangendo gli schemi rigidi che appartengono alla classicità, superando la tradizione, le dimensioni spaizo-temporali. I generi si contaminano tra di loro, la narrazione abbandona la sistematicità per dar spazio a mondi nuovi, sonorità estreme, orizzonti sconosciuti.


Gennaro Favai, New York, 1930 ca, olio su tavola – collezione privata

In tutto ciò aleggiano loro, i demoni maledetti, i reietti, le macerie, le tenebre, che si contrappongono al ‘mondo nuovo’ di angeli, luce e potenza creatrice. A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei: James Ensor, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Arnold Boecklin, Paul Klee, Carlos Schwabe, J.A.G. Acke, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Leon Bakst, Alfred Kubin, Felicien Rops, Gustav Moreau, Hans Unger, Lovis Corint, K. Wilhelm Diefenbach e gli italiani: Mario De Maria, Guido Cadorin, Cagnaccio di san Pietro, Bortolo Sacchi, Alberto Martini, tra gli altri. In una sinfonia che inevitabilmente si contrappunta alle musiche di Wagner e alle originalissime immagini di New York di Gennaro Favai.


Mario De Maria, Il Mulino del Diavolo, Olio su carta applicata su tavola – collezione privata

Il demone della modernità. Pittori visionari all’alba del secolo breve
Fino al 15 giugno 2015
Palazzo Roverella
Via Giuseppe Laurenti 8
Rovigo
Info: www.palazzoroverella.it