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Per amore del mondo sott’acqua

La vita da sub dall’archeologia sommersa agli sport di nicchia. Che sia passione o professione, ecco le migliori mete per la vita sottomarina

sub in immersione
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Una coppia, Stefano e Margherita, si è conosciuta in Thailandia dove lei si trovava per lavoro e lui per fare immersioni. Stefano ha chiesto in sposa Margherita sott’acqua, grazie all’amore che ha lui per la profondità e che è poi diventata una vera e propria passione anche per lei. C’è un video a testimoniare la proposta: canzone romantica che fa da sottofondo alla lavagnetta in cui Stefano scrive: Do you want to marry me? E dove lei rispode “yes”. E poi l’anello: splende anche in acqua, tra compagni di sub divertiti e fondali da sogno.

 
Il profondo blu attira coppie di innamorati come milioni di appassionati che non resistono all’incantevole richiamo della vita sottomarina. Il mondo della subacquea ricreativa e sportiva conta numeri in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli sport in apnea e l’hockey (sport nato negli anni Cinquanta in Australia e praticato oggi in trenta Paesi). La FIPSAS (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee), riconosciuta dal CONI e dalla CMAS (Confederazione mondiale attività subacquee) si occupa della gestione degli sport subacquei, delle competizioni italiane e internazionali.

 
Non solo pesca in apnea, ma anche tiro al bersaglio subacqueo, rugby, fino alla fotografia e alle riprese video, sempre subacquee: discipline sportive più recenti, e di nicchia, ma ufficialmente riconosciute. 
 
La FIPSAS collabora con altre associazioni sul territorio per la didattica e la formazione e rilascia tra gli 8mila e i 10mila brevetti l’anno. Secondo il sistema statunitense PADI (Professional association of diving instructors), i moduli partono dall’ ‘Open Water’ e finiscono con il ‘Master Scuba Diver’ che può fare immersioni ‘tecniche’, oltre i 40 metri di profondità (il livello tec 100 permette di arrivare ai cento metri di profondità) ed è in grado di eseguire operazioni di salvataggio (livello ‘rescue diver’). Secondo il sistema CMAS c’è una suddivisione a stelle fino all’istruttore te stelle. Per chi volesse farne una professione, perché i 40 metri sono il grado massimo della subacquea ricreativa, si può diventare ‘instructor’ a vari livelli, fino a quello tecnico.
 
Scoprendo l’affascinante realtà dell’archeologia subacquea, non è difficile appassionarsi e decidere di farne una professione vera e propria. In Italia corsi di laurea con specifico indirizzo in archeologia subacquea sono realtà formative di istituzione davvero recente, perlopiú concretizzate sotto forma di corsi specifici inseriti all’interno di facoltà come Archeologia o Beni Culturali. Corsi di archeologia subacquea sono stati attivati da numerose università all’interno dei percorsi di laurea biennale e triennale. In particolare, l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, nel corso triennale di laurea in Conservazione dei beni culturali offre un iter formativo specialistico in Archeologia nel mare (www.unisob.na.it).

 
In Italia ci si può sbizzarrire con le immersioni ricreative, non serve andare alle Maldive o in Mar Rosso. I posti più amati dai subacquei sono le isole Tremiti, l’isola di Ustica, l’isola d’Elba e l’area naturale del promontorio di Portofino. Sono tutte riserve naturali o aree marine protette. Per chi preferisse l’acqua dolce, c’è il lago di Capodacqua, in Abruzzo: un bacino idrico artificiale che agli occhi degli ignari passanti nasconde due mulini sommersi rendendolo un richiamo di interesse per i sub che vi giungono da tutto il mondo. Il fondale marino italiano è un tesoro anche per chi è appassionato di relitti. Alle isole Tremiti c’è “Il Lombardo” un piroscafo a ruote del XVIII secolo. Si tratta di una delle imbarcazioni utilizzate da Garibaldi nella spedizione dei Mille. A Portofino ci sono il relitto del Croesus (affondato nel 1855), il relitto Mohawk Deer (piroscafo affondato nel 1967), il relitto Schooner (veliero della prima metà del XX secolo). Nel golfo di Genova, a 34 metri di profondità, c’è anche La Haven, il più grande relitto visitabile dai subacquei del Mediterraneo. 
 
A Santa Teresa di Gallura c’è l’Angelika. La nave cargo greca, affondata nel 1981 in circostanze mai chiarite, si trova di fronte allo scoglio della Marmorata. Nel Golfo di Tonnara, a San Vito lo Capo, c’è il Kent, detto anche ‘Nave dei corani’. All’isola d’Elba c’è il cosiddetto relitto di Pomonte, l’Elviscot: era un piccolo mercantile costruito nel 1960 di 62,25 metri di lunghezza per una stazza di 499 tonnellate. A Saline Joniche, al confine meridionale dello stretto di Messina, c’è Laura C.: era una nave da carico in ferro adibita ad uso militare durante la seconda guerra mondiale. È affondata a causa di un siluramento. 
 
Per professione o per passione, la subacquea è un’attività che non va sottovalutata in termini di rischio e pericolosità. Bisogna seguire corsi specializzati, imparare le tecniche da seguire per la risalita per evitare la formazione di emboli nel sangue e come comportarsi mentre si scende a livelli diversi di profondità. 
 

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