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Dolomiti: un museo per Papa Luciani

Bellezze naturali e storia si intrecciano all’Agordino, dove sta per essere inaugurato il Museo dedicato ad Albino Luciani

Canale d'Agordo, panorama
© By Zavijavah - Own work

Nel cuore delle Dolomiti, l’Agordino è il territorio di Papa Luciani. Qui Albino Luciani nacque e crebbe. Si tratta di un comprensorio di circa 660 kmq situato in provincia di Belluno che, grazie ai meravigliosi paesaggi e ai solidi valori della sua gente, fu d’ispirazione per la sua formazione culturale e spirituale. Vi fece spesso ritorno anche da vescovo e cardinale.

Quella che un tempo era conosciuta come Forno di Canale, oggi si chiama Canale d’Agordo. E’ la sua città natale, situata nella Valle del Biois. Si trova a poca distanza dalla rinomata località di Falcade, ed è circondata da montagne spettacolari come il Civetta, le Pale di San Martino e il Gruppo della Marmolada.

TRA LE MONTAGNE DI PAPA LUCIANI

Dalla morte di Papa Luciani, avvenuta il 28 settembre 1978 a soli 33 giorni di pontificato, Canale d’Agordo è diventata meta di numerosi pellegrini provenienti da tutto il mondo. Proprio qui, dal 26 agosto i fedeli potranno ammirare il Museo Albino Luciani, Musal, realizzato in un antico palazzo accanto alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.

L’obbiettivo del Museo è quello di descrivere la profonda preparazione culturale che caratterizzò la figura di Luciani e l’attenzione verso i bisognosi. Ma anche la semplicità, l’umiltà, la trasparenza dell’operato e la grande sensibilità pastorale, tutti valori ispirati dal profondo legame dell’uomo con la terra natia.

LE DOLOMITI BELLUNESI

Fino all’apertura della nuove sede museale, è possibile visitare la mostra fotografica e documentaria sulla vita di Papa Luciani. L’esposizione si trova presso la canonica di Canale d’Agordo. La collezione di fotografie ripercorre le tappe fondamentali della sua vita. La nascita, l’ascesa, il periodo di studi nei Seminari, i primi anni di sacerdozio. Entrando in paese, ad accogliere il visitatore è la piazza cinquecentesca con l’antica chiesa arcipretale di San Giovanni Battista. Il centro storico ospita numerosi fienili, i tabià. Sono i caratteristici edifici in legno e pietra funzionali alla vita rurale di un tempo.

C’è anche la Casa delle Regole, una sorta di “municipio” risalente al 1640, dalla facciata magistralmente affrescata. Ciò che caratterizza la Valle del Biois sono le antiche pitture murali di carattere religioso che decorano le case. Ma anche monumenti immersi nel verde. In estate il territorio offre numerose passeggiate lungo i sentieri di fondo-valle circondati da boschi di abeti e larici. Ed, ovviamente, escursioni più impegnative in alta montagna.

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