Pubblicato il

Spionaggio domestico, 5 regole per proteggersi

L’Italia è seconda in Europa per lo stalkerware. La minaccia viene da persone vicine al nostro telefono

Stalkerware
iStock

Una recente ricerca firmata da Sophos e Radware ha sottolineato come le persone abbiano più paura di un attacco hacker che di uno terroristico. E in effetti è una paura assolutamente razionale. Lo Stalkerware, ossia lo spionaggio domestico, è in crescita. E l’Italia è addirittura seconda in Europa.

Leggi anche Come proteggersi dagli hacker in 7 mosse

Stalkerware, Italia seconda in Europa

Tutta la nostra vita è disseminata online. Dai nostri dati sensibili alle pagine visitata, lasciamo inevitabilmente tracce ovunque. La speranza è che le informazioni che riguardano la nostra sfera personale, coordinate bancarie incluse, siano protette e al sicuro. Non sempre, però, è così. La vita digitale è sempre a rischio e forse non ce ne rendiamo abbastanza conto.

Se il nostro smartphone è in pericolo

Usiamo lo smartphone praticamente in ogni momento della giornata ed è questo il primo strumento contatto tra gli “spioni” e le nostre informazioni. Scattiamo foto, le condividiamo, diciamo dove ci troviamo: rintracciarci non è mai stato così facile.

Secondo una ricerca condotta da Kaspersky, lo stalkerware è alimentato da software che possono essere installati se si è in possesso dello smartphone. Chi sono questi spioni? Persone che – si presume – conosciamo, se non altro per la facilità con cui possono, in un dato momento, prendere in mano il nostro telefono. Parenti, fidanzati, colleghi. Basta un software per avere accesso, ovunque, a tutto quello che passa dal nostro smartphone.

Leggi anche Indistruttibili ed impermeabili, gli smartphone rugged hanno anche le super batterie

Cinque consigli per mettere al sicuro la nostra privacy

  1. Usare password “complicate”
    Molte persone si affidano, ancora oggi, al sistema “qwerty”. Ossia a password facili da ricordare, ma tremendamente facili da violare. Come la data di nascita, o peggio ancora “password”, “123456” e così via. Il consiglio è di usare invece chiavi alfanumeriche di almeno otto caratteri, compresi quelli speciali (come “@” o “&”).
  2. L’impronta digitale
    Ci sono poi siti e app che consentono di non usare password, ma di procedere all’identificazione attraverso l’impronta digitale. Insomma, nessun problema di memoria ci impedirà di accedere al nostro device. Basterà muovere un dito.
  3. Utilizzare wifi sicuro
    Abbiamo talmente tanta sete di connessione che spesso cerchiamo una rete wifi anche quando siamo in giro. Ecco, è opportuno verificare che si tratti di reti sicure per evitare un furto di dati. Quelle pubbliche, infatti, sono spesso oggetto di attacco.
  4. Download da store ufficiali
    Abbiamo sete di connessione, ma anche di app. Molte hanno dei malware e rappresentano un rischio per noi e per i nostri smartphone. La soluzione? Intanto, iniziare a scaricare app unicamente dagli store ufficiali, che ne certificano sicurezza e affidabilità.
  5. Policy sulla privacy
    Alzi la mano chi ha mai letto per intero l’informativa sulla privacy quando si scarica una app o si visita un sito. Accettiamo tutto di default, ma attenzione:  potremmo autorizzare anche a cedere parte delle nostre informazioni, assolutamente preziose per noi.
Stile.it sceglie e raccomanda in maniera indipendente prodotti e servizi che si possono acquistare online. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti nel testo, Stile.it riceve una commissione senza alcuna variazione del prezzo finale.
Categorie Tempo libero