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Passione da collezionismo

Carimate apre le sue porte al mondo del collezionismo con una tre giorni dedicata a questo fenomeno in continua crescita. Per capirne di più, stile.it ha incontrato Lorenzo Pianotti, uno dei grandi collezionisti di cavalli giocattolo.

Lorenzo Pianotti

Il collezionismo, esattamente come l’arte, è un fenomeno che ha a che fare con la sfera del simbolico. Si fa arte per affermare la propria identità attraverso processi simbolici che mettono in campo dei linguaggi, così come si fa collezionismo per mettere in campo beni in una certa significativa quantità. Ci sono collezionisti che hanno fatto la storia, tanto quanto gli artisti, basta pensare ai Medici nella Firenze del Rinascimento, ai Borghese nella Roma del Seicento, ai Filangieri nella Napoli dell’Ottocento, o ai Guggenheim della New York del XX secolo.

Nei secoli precedenti all’Ottocento, il collezionismo era di élite, comunque legato a famiglie pubbliche che detenevano un certo potere politico, attualmente ha assunto caratteri privati rivestendo aspetti meno esclusivi, quindi rivolgendosi ad una fascia sociale più estesa.

E’ un fenomeno che, per quanto in costante crescita nel Bel Paese, è difficile da catalogare e razionalizzare. Anche perché non esiste un solo tipo di collezionismo, sicuramente si tratta di sogni, desideri, ma anche di memoria, si, una sorta di elogio alla memoria come ingranaggio individuale ma anche collettivo. Pensiamo, ad esempio, al romanzo  “Everything is illuminated” di Jonathan Safran Foer, da cui è stato tratto il film “Ogni cosa è illuminata” per la regia di Liev Schreiber, in cui il giovane protagonista, nel suo viaggio attraverso l’Ucraina, raccoglie e colleziona oggetti ‘per non dimenticare’, per tenere salda la memoria.

Per tutti coloro che ‘soffrono’ da sindrome da collezionismo, dal 13 al 15 giugno a Carimate, il Castello, il Torchio e l’area abitualmente destinata al mercatino dell’antiquariato della 3° domenica del mese, ospiteranno numerose iniziative legate al mondo del collezionismo che la Casa Editrice Nova Charta ha organizzato per festeggiare l’uscita nelle edicole del 50° numero de IL CURIOSO, rivista leader in Italia per gli appassionati di collezionismo. Tra i tanti espositori e ospiti sarà presente Lorenzo Pianotti, pittore, stilista e collezionista di cavalli giocattolo. Stile.it l’ha incontrato per comprendere al meglio questa passione…

Signor Pianotti da quanti anni e perché colleziona cavalli giocattolo
“Colleziono cavalli ormai da 37 anni, ho iniziato perché da piccolo avrei voluto solo due cose: un cavallo vero e un pianoforte. Purtroppo non ho avuto nulla di tutto questo, quindi appena dalla Sicilia mi sono trasferito a Milano e ho iniziato a guadagnare i primi soldi, li ho investiti in cavalli giocattolo”.

La sua è una collezione enorme, importante, ha vinto anche il premio Guggenheim
“Si, pensi che i miei primi 500 cavalli provenienti da tutto il mondo, dai viaggi che ho fatto, li ha acquistati la Chicco ed ha inaugurato in provincia di Como il primo museo dedicato al mondo dei cavalli giocattolo. Addirittura due ragazzi dell’Università di Milano hanno fatto una tesi di architettura sulla mia collezione, d’altronde nei giocattoli si racchiude la storia dell’uomo, la storia del costume, dell’uomo attraverso il giocattolo”.

Quindi si è privato dei suoi primi 500 pezzi, in qualche modo ha ‘venduto’ la sua passione?
“No, è che la collezione è tale se gli oggetti si vedono, si condividono, se no rischia di diventare una malattia”

Ed ora, quanti cavalli possiede e, soprattutto, dove li custodisce
“Ora ne possiedo circa 1000, nella mia casa museo, aperta tutti i giorni, gratuitamente, a grandi e piccini . I miei cavalli sono qualcosa che non deve essere dimenticato, mi fa piacere emozionare la gente attraverso questi giocattoli oramai dimenticati dalla gente. Sono di materiali disparati, dalla cartapesta al legno al ferro, alcuni creati da grandi artisti, ce ne sono di piccoli, medi e a grandezza d’uomo”

Il cavallo, poi, è un animale ‘importante’
“Si, in passato era l’unico animale utilizzato per le guerre, ho visto manifesti con cavalli nei riti religiosi, in ogni piazza importante c’è un cavallo perché segna il passo dell’uomo, del centurione,  non del cavallo”.

Lei è anche pittore, ritrae spesso i suoi giocattoli?
“Si, oltre a restaurarli pittoricamente, mi piace disegnarli, è un po’ come volerli ‘fermare’ con una fotografia”.

E’ difficile dare una definizione del collezionismo, lei come lo vive?
“Il collezionismo è un modo di esistere e di testimoniare il proprio passato, io colleziono ciò che normalmente non ho visto o non ho avuto, colleziono anche fiabe per bambini. Il collezionismo è possedere almeno in parte ciò che si desidera, è una bellissima passione di passaggio nella mia vita, a me serve a lasciare una traccia anche di me stesso, mettere insieme qualcosa che sia un po’ la storia del mondo, la storia del giocattolo e quindi quella dell’uomo”

La sua, quindi, è una sorta di missione?
“Esattamente, perché mi emoziona, perché sono alla continua ricerca, perché un giorno li lascerò alle Istituzioni e quindi saranno fruibili a tutti, perché con il tempo ho scoperto che è stato bello non avere tutto da piccolo perché poi le cose le cerchi, le trovi e le rendi tue. Perché ognuno semina il suo, io raccolgo cavalli che sono semi dell’umanità”.

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