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L’accento discrimina nella ricerca di un lavoro?

Purtroppo pare proprio di sì

L'accento discrimina nella ricerca di un lavoro?
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L’accento discrimina nella ricerca di un lavoro? Sì. Per questo motivo in Gran Bretagna è boom di app che camuffano le particolarità dell’accento. Lo riporta un articolo di The Independent. Che certifica come più della metà dei giovani lavoratori abbia dichiarato di modificare il proprio accento in vista di un colloquio telefonico. Visto che sì, la tecnologia permette anche questo ultimo trucco. La app Debut ha infatti intervistato mille ragazzi tra i 18 e i 23 anni. Il 57% di loro ha dichiarato che è utile usare la tecnica della distorsione vocale durante il processo di selezione professionale. Quindi accenti e parlate molto forti, con la loro carica di presunto provincialismo, influenzerebbero l’impressione che li altri avrebbero di noi.

L’accento discrimina nella ricerca di un lavoro: il perché

Il fondatore della app, Charlie Taylor, ha dichiarato al giornale: “Abbiamo analizzato come i candidati siano molto preoccupati dell’impatto dell’accento regionale in un colloquio di lavoro. Abbiamo discusso di come superare questa barriera. L’uso della distorsione vocale tramite app ci è sembrata una possibile soluzione”. “Adesso il livello tecnologico della distorsione vocale è molto basico ma non escludiamo che nel futuro la tecnologia aiuterà di molto il miglioramento di questo strumento”.

I dati del fenomeno

Nel 2013 più di un quarto dei britannici si sono sentiti discriminati per via del loro accento. Inoltre, l’80% degli impiegati ha ammesso di discriminare in base all’accento del candidato secondo quanto affermato dallo studio legale Peninsular. Lo studio ha inoltre scoperto come molti studenti credano di non dover rispondere ai loro capi o possibili datori di lavoro sul contenuto delle loro pagine social. Meno di un terzo crede che sia responsabilità personale rendere privati i propri profili. Mentre uno su sei a dichiarato di trasformare spesso il proprio profilo per renderlo ‘professionalmente presentabile’ secondo il Times.

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