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Tecnologia e sapore gipsy

Sapore etnico in casa Armani, guarda al futuro la ragazza Costume National, vere dee quelle di Alberta
Ferretti. Indossano nuovi trench le donne Burberry. Omaggio a Gianfranco Ferrè

Giorgio Armani

Passato, presente, futuro. Tutto si mescola in un gioco di seduzione e femminilità. A Milano Moda Donna c’è chi rispolvera capi del passato per renderli attuali, c’è chi tre ispirazioni da paesi lontani, chi è al passo con il mondo tecnologico della nuova era e ‘arma’ le proprie donne di abiti e accessori hi-tech.
Sono donne di lusso che amano le fantasie etniche quelle di Giorgio Armani (foto), indossano ballerine raso terra in controtendenza con il trend generale che sarà, appunto, svettare su tacchi stratosferici. Sono donne che amano viaggiare e indossano abiti gipsy con femminilità e disinvoltura, adorano le frange che siano tibetane o africane, poco importa: è il concetto di nomadismo che deve passare. Le gonne sono a palloncino o a trapezio, alcune lunghe fino al polpaccio, le giacche piccole, corte e finemente lavorate, per i pantaloni Armani fa un passo indietro verso i suoi best-seller, quelli degli anni Settanta, morbidi e drappeggiati. E poi strizza l’occhio all’ecologia: le pellicce, anche se sembrano vere, sono in lana e ciniglia.
Donne fragili, ma comunque forti, donne come dee che indossano abiti peplo, sono le raffinate signorine di Alberta Ferretti che ha creato abiti pronti a valorizzare il corpo, fluttuanti e morbidi, ma anche rigidi. L’importante è che la donna sia bella! Al via abiti plissè con chiffon drappeggiato, colori accessi, cappotti scultura, tessuti preziosi.
C’n’c’ Costume National propone molto nero per la sua ragazza iper tecnologica, che ama internet e utilizza stivali con il contapassi, borse con pannelli solari per caricare il telefonino, pellicce di seta e bluse colorate. Le giacche sono tecniche e guardano al futuro.
L’atmosfera è plumbea come quella dei quadri del pittore inglese Lowry, la donna Burberry porta pochette e collane con aculei di metallo, trench in pelle di traghetto, giacche e abiti si trasformano in soprabiti assumendo la forma a palloncino, vince la silhouette a uovo. I pantaloni aderenti sulle cosce si aprono a zampa, tripudio di paillettes, chiffon plissettati e lane trapuntate. Impossibile uscire di casa senza il berretto di lana a calotta.
Un vero record quello della maison Gianfranco Ferrè: la collezione è stata realizzata, da un team interno, in sole due settimane dopo che la casa ha rotto il contratto con Lars Nilsson, lo stilista svedese chiamato a prendere il posto di Gianfranco Ferrè. Ed ecco che in passerella spuntano i capi più rappresentativi della maison ma, ovviamente, rivisitati: gonne in coccodrillo, abito camicia in organza, tuniche in paillettes, giochi di origami fatti con i tessuti pesanti. Molto nero ma anche lampi di colori, sotto i mini abiti è il collant bianco che vince. Come accessorio: borsette con tirapugni contro i molestatori.