Pubblicato il

Quattro passi (di tango) a Buenos Aires

Fascino e seduzione tra i quartieri di Buenos Aires dove si cammina a passo di tango. Dalle tanguerie alle milongas, i luoghi sacri della notte argentina.

Buenos Aires Nuevo Tango
©Ente de Turismo de Buenos Aires

Ci sono luoghi che sono anche tempi, e spazi geografici che quasi vivono di atmosfera, pura e ineffabile immaginazione che diventa reale continuando ad esistere.  Di molte sensazioni si nutre ad esempio, il mito dell’Argentina e della sua capitale, la città del ballo per eccellenza. Non un ballo qualsiasi s’intende, ma il più sensuale ed elegante al mondo, il Tango.

Ci sono tanti modi per viverla, ma l’Argentina richiamerà sempre l’anima del visitatore alle atmosfere surreali dei primi del Novecento lungo i percorsi delle vecchie tanguerie, tra i vicoli dei quartieri più antichi e caratteristici, nelle piazze e nei locali che ancora oggi propongono serate dal fascino d’altri tempi a passo di danza. I più eleganti quartieri di Buenos Aires, si presentando da soli.

C’è La Recoleta con la sua chiesa Del Pilar ed il Cimitero Monumentale e, soprattutto, con la sua grande fama per aver dato spazio alla nascita delle sale da ballo più famose come il Palais de Glace (attualmente museo) ed il Recreo di Belvedere.

C’è il Parco di Palermo, dove nel XIX secolo si trovava lo de Hansen, uno dei primi locali dove i ricchi imparavano in segreto a ballare il tango e c’è il quartiere di San Telmo, dove l’eccentrico cede il passo all’antico e dove, oltre al tango, si sviluppò anche il candombe, un ritmo africano che prese a svilupparsi in Argentina, ancora prima del tango, attraverso al comunità degli schiavi neri di Buenos Aires.

Un luogo interessante, non solo per mangiare, è il ristorante Los Inmortales di Calle Corrientes, molto frequentato dal cantante Carlos Gardel (il mostro sacro della canzone tanguera) che spesso si presentava nei vari teatri dei dintorni. Questo luogo è un vero e proprio museo fotografico con immagini delle più famose celebrità locali.

Culla del tango rimane però il quartiere di La Boca, sulle rive del fiume Riachuelo, dove si stabilirono i primi immigranti genovesi trasformandolo in un pittoresco quartiere italiano. Lungo la calle Caminito si trovano esempi di conventillos, condomini fatti di tante piccole stanze intorno ad un patio centrale dove spesso si muovevano i primi passi di tango.

L’atmosfera tipica da conventillo è quella che, ad esempio, ripropongono spesso gli spettacoli teatrali presentati al locale Tango del 900, un buon indirizzo per la sera. Anche il quartiere di Boedo ha il suo pezzetto di storia sacra: in questo caso si tratta della versione poetica del tango incarnata da Homero Manzi, la cui casa è oggi monumento nazionale. Il suo “tango Sur” del 1948, musicata da Hanibal Troilo, rimane probabilmente il capolavoro del genere e riassume il sentire più profondo della nostalgia poetica trasferita al tango, ballo anch’esso nostalgico.

E ancora poesia e arte e note di tango, sono di casa nel quartiere dell’Abasto, molto frequentato a suo tempo da Carlos Gardel, mentre la notte ha i suoi comandamenti lungo la Avenida Corrientes, la strada che non dorme mai. Dai locali alle milongas, il passo (di danza) è breve: di queste sale dove si balla il tango se ne contano davvero tante a Buenos Aires, ma qualche nome si distingue. Tra tutti, El Beso, La Virata o La Ideal.

Nella foto: Orchestra La Chicana, nel barrio La Boca. Courtesy of © Ente de Turismo de Buenos Aires