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Generazione “Sanchez”

Autrice del blog “Generation Y”, Yoani Sanchez sfonda il filtro della censura e diventa il simbolo di cambiamento della Cuba post-castrista.

Generazione Sanchez

Non
è una blogger qualsiasi, non un semplice clic
tra quelli che, a milioni, rimandano agli scorci virtuali del popolo della
blogosfera. Lei è speciale, unica nel suo genere, non solo perché ad aprile
2008 si è aggiudicata l’Ortega Y Gasset (premio per il giornalismo digitale),
ma soprattutto perché è oggi un simbolo del suo paese. Della Cuba dove i
giovani come lei, che ha 32 anni, sono cresciuti nelle scuole di campagna,
davanti ai cartoni animati russi, in uno scampolo di terra ritagliata dal mare.
Aldilà di questo, il mondo, quello “per sentito dire”, futurista, inarrivabile,
perché uscire dall’isola, dove tutto è fermo agli anni ‘50, è per i suoi
abitanti ancora illegale.

Ma
a dispetto dell’aura romantica e sonnecchiante dell’Avana delle sedie a dondolo
e del mercato nero, dove è nata e ancora vive, Yoani non vuole un altro leader
carismatico. Si dice allergica al verde oliva delle divise militari, e chiede a
gran voce qualcuno che sappia ascoltare i lamenti di un popolo stanco di
immobilismo. Per questo, da quella conferenza deludente sulla modernizzazione
della comunicazione a Cuba, dove ascoltò burocrati mascherati da intellettuali
affermare che dissentire è come tradire, sceglie la rete, il ‘non luogo’ senza
frontiere.

Da
lì fa sapere al mondo come scorre la vita nella sua città. E lo fa senza
pseudonimi, con il volto sorridente ben visibile sull’home page del suo diario virtuale, “Generazione
Y”
, che da marzo sfonda il tetto di 4 milioni d’utenti. Un successo dipeso,
questo è certo, dalla congiuntura storica, dal passaggio del potere militare
dalle mani di Fidel a quelle del fratello Raul (sebbene questo sia solo la
controfigura del Generale). Ma ad attrarre l’attenzione di una platea mondiale,
c’è anche un coraggio tanto forte da bucare la censura.
E
non importa se questa si manifesta nella forma più subdola inaugurata dal
neoleader che, per gestire il “caso Sanchez”, rende l’accesso in rete talmente
lento da scoraggiare gli utenti cubani. Perchè, nonostante tutto, sono in molti
a spendere più di 15 minuti per leggere Yoani, mentre lei, nei panni di turista
tedesca, s’infila negli internet point dove tutto è dinamico, veloce. Come per
il resto del mondo, a cui basta un clic su www.desdecuba.com/generationy
per aggiungere un commento e contribuire all’impegno della titanica scrittrice
e alla libertà del suo paese.