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Candidi cigni

Molti gli abiti da sposa che hanno cavalcato le passerelle capitoline dedicate all’alta moda. Tessuti preziosi, tagli sartoriali, tradizione e sperimentazione.

Lorenzo Riva

Il grande giorno è vicino. Manca poco ormai per iniziare un nuovo cammino che muove i primi passi proprio verso l’altare. Sarete spose, coronamento di un sogno che accomuna molte donne, sarete pronte ad affrontare nuove esperienze, una nuova vita. La scelta dell’abito da sposa è importante, deve essere in armonia con voi stesse, pronunciare i vostri pregi e nascondere eventuali difetti, con il luogo e l’ora in cui si è deciso di celebrare le nozze. Sarete cigni bellissimi…
Sulle passerelle di Alta Roma hanno sfilato molti abiti da sposa firmati dai grandi maestri dell’alta moda, fatti di tessuti preziosi, alcuni rimanendo stretti alla tradizione con tanto di velo, altri più audaci vantano scollature e sul capo fiori o semplicemente una pettinatura particolare a completare il look.
Aina Gassé interpreta un lusso moderno, ricercato, equilibrato in linea con uno stile che vuole restare nel tempo. Dal passato e dalla tradizione del suo paese attinge la forza e l’ispirazione per creare una donna moderna e affascinante, sempre al passo con i tempi. L’abito da sposa che indossa ha un lungo e vaporoso velo, il corpetto è impreziosito da applicazioni di fiori, la gonna è a balze leggermente a balloon.
La donna sposa di Edward Orsuni ama la seta, il tweed, il pizzo. La vedete camminare leggera, avvolta in tagli e tessuti preziosi, che ricordano l’Oriente, il Libano. Il bustier è impreziosito da applicazioni di pietre preziose e fascia la vita per poi allargarsi leggermente formando la gonna. Anche lei, ama la tradizione del velo.
Una sposa bucolica quella di Ettore Bilotta, una ghirlanda di tenera edera a cingerle i capelli e un abito bianco dalla coda lunghissima ad incorniciare i suoi passi verso l’altare. Candido e ricamato in toni di dolcissimo verde, l’abito della sposa sognata da Ettore Bilotta è un incanto di germogli appena sbocciati, un tripudio di luce e grintosa dolcezza. Il velo? No, una ghirlanda.
La nuova donna di Fausto Sarli è consapevole della propria femminilità , vive il presente in tutte le sue potenzialità sapendo andare anche oltre. Il cerchio, che sin dall’antichità era considerato dai cultori della matematica la più interessante e affascinante figura geometrica, diventa sinonimo di eleganza e di armonia. Per le spose il cerchio si frantuma in virtuosi volant arricchiti di plissè e pizzi delicati, apice della lezione di stile del Maestro Sarli.
Galit Levi combina armoniosamente vari materiali specificamente destinati per modellare e sostenere il busto, mentre l’armatura interna del corsetto utilizza stecche inflessibili, così da riuscire a modellare il corpo nel modo più lusinghevole. Sono diversi gli abiti da sposa che ha presentato sulle passerelle capitoline, da quello più fascinate in pizzo, senza velo e con la schiena scoperta, a quello più vaporoso con il velo che si apre a rombo.
Le spose di Gattinoni  sfilano con le braccia e la schiena completamente nude, si nascondono dietro scudi virginali plissettati, bianco e argento, soprattutto lamé. Nuove divinità avanzano sulla scena, divinità dell’immagine e dell’apparire, sublimazione del corpo e dello spirito attraverso la creatività dell’alta moda.
Lorenzo Riva (foto) presenta una collezione densa di sensazioni; un melting pot di ispirazioni e citazioni. Dipinge la sua donna con colori soft:dal cipria al grigio perla, sino a un timido rosa. Ricami e tessuti esclusivi per la sua raffinata e semplice sposa.
La collezione di Renato Balestra nasce sotto il segno dell’ottimismo, notevole il gruppo di grandi abiti in taffetas bouillonnè su ampie gonne con volùte di tulle nero e pizzo dorato ispirati alle maliziose ‘cortigiane veneziane del ‘700’ . Un candido cigno con un grande mantello di delicatissime piume la sposa di Renato Balestra è fasciata in un abito interamente drappeggiato in chiffon leggerissimo.
La sposa di Raffaella Curiel avanza con lunghi guanti bianchi, un velo ripreso sul capo da una candida rosa in tessuto, spalline basse sulle braccia e l’abito fatto con lavorazioni d’altri tempi, altamente sartoriali, che hanno dato vita ad un pezzo unico, inimitabile.