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Fabi e Violenza 124

E’ fresco di stampa il nuovo lavoro di Niccolò Fabi. Un’opera corale che vede la collaborazione di sette ensemble artistici, che concorrono ad esplorare il tema della violenza.

Niccolò Fabi
LaPresse

La crisi economica che stiamo attraversando non è meramente tale. Come ha ben sottolineato Toni Negri, noto filosofo italiano, l’ambito finanziario non è scisso dagli altri aspetti della vita (vedi la puntata del 6 ottobre de “L’infedele”). Così le ripercussioni di uno si riflettono nell’altro. Indice di questo momento critico sono quindi anche gli atti di violenza, che ancora troppo spesso vengono perpetrati.

Una violenza che ormai è endemicamente diffusa, anche a causa della campagna di terrorismo mediatico portata avanti dai media. Ogni giorno siamo bombardati da informazioni che ci spingono sempre più verso la paura di tutto. La maggior parte delle violenze italiane vengono perpetrate all’interno delle mura domestiche. La maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza, nel 67,1% da parte del partner, nel 52,9% da non partner, nel 21% violenza sia in famiglia che fuori (fonti ISTAT 2006).

Il tema è quindi estremamente pregnante, complesso ed attuale; tanto che a Roma lo scorso 22 novembre si è tenuta una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne, che ha visto la partecipazione di 50.000 persone (info http://flat.noblogs.org/). A questa problematica è così giustamente dedicato l’ultimo lavoro di Niccolò Fabi dal titolo appunto Violenza 124. L’album concepito come un lavoro omogeneo, raccoglie sette diverse declinazioni musicali su questo tema. “Volevo utilizzare la musica come un luogo dove fare incontrare degli artisti che stimo e un progetto da condividere libero da una forma già costituita, volevo un principio più che un fine e una storia importante raccontata da voci diverse. Quindi tra gli artisti che ammiro particolarmente ho pensato a quelli che avessero linguaggi musicali lontani ma complementari”. Queste le parole dell’autore per introdurre il progetto. I suoi collaboratori sono: i Mokadelic, Olivia Salvadori e Sandro Mussida, Boosta, Roberto Angelini, gli Gnu Quartet, e un gruppo di percussionisti africani guidati da Ruggero Artale.

Per meglio far comunicare questi artisti dal background così diverso si è scelto di usare una comune unità  musicale minima (“cellula”), una struttura ritmica e armonica appena accennata, con un carattere sufficientemente preciso così da poter ispirare, ma non compiuta in modo da lasciare un vuoto da riempire con le differenti specificità. Solo tre le piccole regole per garantire il dialogo con gli altri: la tonalità  di Re Minore, la velocità  metronomica di 124 bpm e la rappresentazione della Violenza come principio narrativo (da qui il titolo appunto “Violenza 124”). In più a ciascun ensemble è stato chiesto di elaborare una seconda parte in cui, svincolandosi dalla “cellula”, potesse esprimere quella che era la propria evoluzione.

“L’album è diventato così un concerto a sette voci, un tentativo di fare incontrare persone e sensibilità  musicali che altrimenti difficilmente si sarebbero riunite in un progetto comune e allo stesso tempo e forse soprattutto un meraviglioso gioco in cui potersi sporcare le mani con i suoni”, come recita lo stesso Fabi. Per chi volesse ammirare il video promozionale basta collegarsi a www.violenza124.com.