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Addio all’étoile

Muore a Mosca Ekaterina Maksimova, all’età di 70 anni, storica ballerina del Bolshoi, simbolo di purezza e di fedeltà alla nazione.

Ekaterina Maksimova

Un sipario tutto nero cala sulle tavole del teatro “Bolshoi”, tempio russo del balletto classico, che lunedì ha visto spegnersi la sua ‘gemma’ più preziosa, Ekaterina Maksimova. Storica compagna  di scena e di vita del ballerino Vladimir Vasilev, dopo il “passo d’addio” dell’88, si era dedicata con passione ad allevare le nuove leve del corpo di ballo più famoso di Russia. Quella nazione sterminata che la osannava come una dea, non solo per le formidabili doti di ballerina, ma anche per la lealtà dimostrata verso il Paese durante gli algidi ‘60 e ‘70, mentre i colleghi Nureyev e Barishnikov lasciavano la patria guadagnandosi l’attributo di ‘traditori’.

Di tutta la Russia, è la capitale a piangere le lacrime più amare, Mosca, che il 1 febbraio del 1939 udiva il suo primo vagito e che nel 1958 ne applaudiva il debutto al Bolshoi. È qui che si consuma la lunga carriera costellata da interpretazioni memorabili. Dallo “Schiaccianoci” di Cajkovskij, in cui nel ’66 fu una Clara prodigiosa, allo “Spartaco”  di Khachaturyan (‘68) in cui nella parte di Frigia ricevette onori da zarina. E poi fu Aurora ne “La bella addormentata”, Odette ne “Il lago dei cigni”, la Giulietta shakespeariana, e tante altre eroine epocali a cui i geni più brillanti del teatro sovietico, da Grigorovich a Béjart, dedicarono coreografie che ne esaltassero l’ormai celebre ‘femminilità’.

Figura sinuosa, dalla bellezza delicata, l’étoile si distinse soprattutto per la tecnica impeccabile di rigorosa impostazione classica, un mix di virtù che fece innamorare di lei anche cinema e televisione. In patria fu protagonista di film sulla danza come  “Galatea”, “Vecchio tango” ed “Anjuta”, dimostrando di saper bucare anche lo schermo. Fu così che Franco Zeffirelli, autore di un cinema barocco e ‘spettacolare’, la volle come eroina del suo “Traviata”, per cui il maestro Alberto Testa confezionò opulente coreografie.

Un lutto che pesa come un macigno nella memoria di un Paese in cui arte e politica rappresentano da sempre un binomio inscindibile. Tanto che, alla notizia, il presidente russo Dmitri Medvedev non ha esitato ad esprimere alla famiglia commossa partecipazione per una morte inaspettata e prematura. Dopo tutto aveva ‘solo’ 70 anni, vissuti sulle punte di quel palco, da cui la silhouette di Ekaterina si staglia ancora indelebile sullo sfondo di una storia con la “s” maiuscola.