Pubblicato il

TV-risti fai da te

Lonely Planet-Appunti di viaggio è una serie di speciali realizzati dagli autori della guida per eccellenza, dedicata al viaggiatore meno turista al mondo.

Viaggiatore - ©LaPresse

In tempi di e-book, in cui con tanto scetticismo si annuncia il futuro requiem del libro, succede anche che alcuni testi (e che testi!) si raccontino in tv, ma non per fiction.

I protagonisti, sono gli di appunti di viaggio, tratteggiati sul taccuino dei giramondo meno turisti che ci siano: gli autori delle guide Lonely Planet.

Infatti su Nat Geo Wild (canale 404 di Sky) ogni lunedì alle 21:30 va in onda Lonely Planet-Appunti di viaggio, una trasmissione borderliner tra documentario e reality, in cui quattro viaggiatori-autori della guida più famosa al mondo, si avventureranno su e giù per il Globo.

Tredici paesi diversi e innumerevoli avventure che vanno ben oltre il format del semplice documentario. Infatti l’obiettivo è mostrare non solo le meraviglie del mondo, ma anche come nasce la guida Lonely Planet: tracciando strade alternative avventurandosi sui percorsi ignorati dal turismo di massa. In poche parole, gli esperti di viaggio Lonely Planet saranno seguiti on the road, traducendo in atto il modo alternativo di viaggiare, suggerito dalla famosa guida.

Dopo Marocco e Colombia già trasmesse in prime time, ma in replica a rotazione sullo stesso canale (qui la programmazione), la seconda puntata avrà dei protagonisti d’eccezione: i coniugi Wheeler, Maureen e Tony, fondatori delle guide Lonely Planet, per l’occasione in viaggio nel più carismatico dei paesi orientali: il Laos.

Seguiranno puntate in rosa, con donne viaggiatrici dalla tempra fuori dal comune come Amelia Thomas che dalla Terra Santa di Israele e Cisgiordania, scoverà nuove traiettorie dal deserto del Negev alle alture del Golan; Tamara Steward, invece, in moto, in barca, in auto e persino a piedi attraverserà la Cambogia sconosciuta ai più.

Fino a svelare negli appuntamenti successivi gli angoli remoti di Alaska, Messico, Cina, Etiopia, India, Kazakistan, Spagna e Madagascar.

Tra lo sprovveduto turista fai da te e l’avventuriero senza timore, c’è di mezzo lei, la guida Lonely Planet, il testo sacro per chiunque voglia intraprendere un  viaggio in un paese vicino o lontano, con consigli utili e dilettevoli, a prova di budget e ostacoli linguistici.

Come i suoi lettori, la Guida ne ha fatta di strada da quel 1973 in cui i Wheeler pubblicarono, dopo un viaggio tra Asia ed Europa e di tasca loro, Across Asia on the cheap, la prima Lonely Planet. Un successo immediato. Da subito, infatti, piacque la sua impostazione anomala, pratica, informale, quasi un prontuario di buoni consigli lasciati da un amico.

Oggi la Lonely Planet è ancora così, anche se non si rivolge solo ai backpackers (letteralmente, portatori di zaino) ma contempla anche alcune comodità come passaggi aerei ed alberghi di lusso. Tradotta in moltissime lingue, tra cui il cinese, questo piccolo oracolo dei viaggiatori è però anche al centro di alcune controversie. La Burma Campaign, campagna per i diritti umani e la democrazia in Birmania, suggerisce infatti il boicottaggio della guida, che in quanto tale, suggerisce il turismo in un paese soggiogato dal regime militare, le cui tasche sarebbero le sole a beneficiare dall’arrivo di turisti e viaggiatori.

La consapevolezza e conoscenza del Paese che si va a visitare, sono una regola del viaggiatore “non invasore” e forse, qualche viaggio, inizia dalla tv.

Approfondimenti: viaggi e avventura
‘Come Thelma e Louise’
‘Normandia estrema’
‘Giordania, paradiso naturale’