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Uno sciopero speciale

“Blacks Out” è la divertente cronistoria di un giorno speciale, in cui a scioperare per la prima volta sono tutti i lavoratori migranti

Passaporto
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“Lì per lì non afferro la notizia. «Sono scomparsi», mi ripete Colantonio. «Chi?». «Ma come chi? I neri, i cinesi, i romeni. Tutti!». E’ già sveglio da qualche ora, Valentino, e qualcosa gira strano, ma fatica a capire di cosa possa trattarsi. Riesce solo a intuire un senso di inquietudine crescente, che somiglia sempre di più al blocco di un motore. E’ il suo capo al giornale a metterlo davanti alla notizia: gli immigrati sono in sciopero. Tutti.

Un lampo squarcia all’improvviso la nebbia in cui Valentino vagava a tentoni dal mattino: lo sciopero! Ecco perché la colf filippina non si era presentata a casa quella mattina! Ecco perché in edicola nessuno aveva consegnato i giornali, il barista sotto casa non aveva cornetti e latte fresco, il lavaggio giù alla pompa di benzina era chiuso! E soprattutto, ecco il perché di quell’atmosfera surreale in città città, con metà delle saracinesche abbassate e per strada un traffico smagato, da domenica mattina.

E’ con questo scenario che si apre “Blacks Out”, intelligente docu-fiction di Vladimiro Polchi, cronista per “La Repubblica”, giornalista radiofonico e autore televisivo e teatrale. Un giorno come tanti l’Italia si sveglia senza immigrati, ed è il collasso. Già da qualche tempo sui muri di tutte le città erano apparsi strani manifesti, tutti neri, con la scritta “Blacks Out” e una data, il 20 marzo. Ma nessuno aveva capito, né si era incuriosito più di tanto per quella che sembrava l’ennesima trovata pubblicitaria di qualche nuovo show televisivo. Quando il “blackout” si materializza sul serio, però, il paese intero è costretto a un brusco risveglio: famiglie in panne per l’assenza di colf e badanti, fabbriche ferme per l’assenza degli operai, ristoranti chiusi per l’assenza di cuochi e camerieri, frutta e verdura a marcire nei campi per assenza di braccianti agricoli, classi dimezzate per l’assenza di bambini figli di migranti e stranieri per la legge italiana.

Tra telefonate, sms, ricerche frenetiche su Internet il cronista Valentino cerca invano degli appigli per raccontare di questa giornata surreale, mentre si susseguono lanci di agenzia sempre più catastrofisti. Il racconto integra, con una serie di intermezzi, altre voci che si affiancano incredule a quella di Valentino che, da bravo cronista, richiama dati e cifre relative alla presenza di cittadini di origine straniera in Italia e alla loro importanza in tutti i settori produttivi del paese. Altro protagonista del romanzo è Aly Baba Faye, che esiste davvero ed è un sociologo di origine senegalese che lavora da anni in Italia e collabora con il sindacato. Aly finge di aiutare il suo amico Valentino a realizzare lo scoop della sua vita, con risultati imprevedibili.

Un romanzo che vuole sfatare i tanti stereotipi che circondano la presenza dei migranti in Italia, con un’ironia che si alterna efficacemente alla riflessione più seria e approfondita, e lascia i lettori con un grosso punto interrogativo: e se davvero tornassero tutti al paese loro, che ne sarebbe di noi?

Romanzo: Blacks out. Un giorno senza immigrati
Autore: Vladimiro Polchi
Edizioni: Laterza, 2010
Prezzo: € 15,00

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