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La febbre dei ‘temporary shop’

Arrivano dal Regno Unito, passando per gli Stati Uniti: i negozi temporanei stanno nascendo come funghi anche su suolo italiano. Scopriamo dove si trovano e come funzionano

Fashion victim

Appaiono e scompaiono in un arco di tempo che va da qualche giorno, fino a pochi mesi: l’ultima frontiera del marketing aziendale è rappresentata da una nuova tipologia di negozio effimero. Il concetto di ‘temporary shop’ nasce una decina d’anni fa in Inghilterra e riscuote da subito un notevole successo, fino ad essere esportato negli Stati Uniti, dove sotto il nome di "pop-up store" comincia a proliferare e a riprodursi in maniera incontrollata. Solitamente spuntano durante periodi di festa come Natale, Halloween, Carnevale, o durante i saldi, per chiudere immediatamente dopo.

Il concetto da cui prende forma il negozio temporaneo è tanto semplice quanto efficace: questi luoghi costituiscono essi stessi dei fattori promozionali. L’apertura di un temporary shop vuole essere una maniera originale ed innovativa per far parlare di una marca, o di un determinato prodotto. L’accento è dunque posto sul fattore relazionale: l’evento di richiamo coinvolge il territorio circostante e sollecita la curiosità di chi vi partecipa, favorendo la creazione di nuove possibili reti di scambio.

Lo scopo principale non è più solamente quello di fidelizzare, bensì di far partecipare i clienti, di farli sentire parte di qualcosa di speciale ed unico. A questa componente di "richiamo relazionale", si aggiunge anche un importante fattore psicologico: un negozio temporaneo è, per sua stessa natura, un posto di cui si può approfittare per un periodo di tempo limitato. Un’operazione che spinge dunque i potenziali acquirenti  ad un consumo "pilotato".

In ultima analisi, il temporary shop rappresenta anche una maniera originale per cavalcare la crisi economica, un investimento imprenditoriale che prevede pochi rischi sia per i titolari degli spazi, sia per le grandi aziende che decidono di sponsorizzare il proprio brand: un’alternativa efficace, economica e flessibile, contro i rischi che oggi può comportare l’apertura di un nuovo spazio commerciale.

In Italia i primi ad aprire i battenti sono stati i pop-up store di Barilla, Fiat, Nivea e Levi’s. La città che ne conta il maggior numero è senz’altro Milano, anche se da qualche tempo hanno cominciato a fare la loro comparsa anche nel centro-sud, tra Roma, Bari, Napoli, Bologna e Firenze.  

Nel 2008 è nata addirittura un’associazione che raggruppa al suo interno operatori economici e titolari delle location: il suo nome è Assotemporary e ha lo scopo di coordinare gli imprenditori che desiderano intraprendere questa strada decisamente poco battuta.

Tra le prossime aperture in Italia segnaliamo due spazi dedicati alla moda e alla bellezza al femminile. Il primo inaugurerà a Milano, in Piazzetta Giordano, a partire da martedì 23 febbraio, fino a sabato 6 marzo: in questo Temporary Store firmato Dior, sarà possibile non solo provare speciali trattamenti di bellezza, ma anche assistere ad una serie di incontri organizzati dal brand per conoscere in anticipo le nuove tendenze per la prossima stagione in fatto di make-up.

Rimarrà aperto più a lungo l’esclusivo spazio Cacharel di Viterbo, un temporary shop che vedrà la luce sabato 20 febbraio, per un periodo di 6 mesi. Nella boutique di via Saffi 94, la celebre marca francese presenterà in Italia la nuova collezione primavera/estate 2010. L’appuntamento è a partire dalle h 18.00, con un vernissage super mondano, nel cuore della Viterbo medievale.