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Il grande ritorno di Isabelle Adjani

Isabelle Adjani conquista il suo quinto César con un film sull’emarginazione e sull’emancipazione femminile

Isabelle Adjani
AP

I media, si sa, possono essere molto feroci nel decretare la morte artistica di attori o musicisti che attraversano periodi di buio o, semplicemente, hanno bisogno di allontanarsi dai riflettori per un po’. La vita dell’attrice francese di origini berbere e tedesche Isabelle Adjani è stata costellata da molti di questi “necrologi artistici”, che si sono spinti fino a darla per moribonda di AIDS.

E invece Isabelle, musa di alcuni tra i maestri del cinema del ‘900, da Truffaut a Herzog a Polanski e oggi splendida cinquantacinquenne, ogni volta ha dimostrato con tenacia e discrezione il suo talento, sfornando film che le hanno guadagnato – unica attrice francese della storia – ben cinque César, l’equivalente del premio Oscar del cinema francese.

L’ultimo di questi premi l’ha ricevuto qualche giorno fa: al momento di ritirarlo, festeggiata sul palco dall’amico Gérard Depardieu con cui sta girando un altro film, Isabelle era emozionatissima, sul punto di scoppiare in lacrime per la felicità. Il suo quinto César ha un sapore particolare, perché arriva per un film, intitolato “La gonna”, che ha trovato molte difficoltà di realizzazione e distribuzione. Isabelle si è innamorata però a tal punto di questa storia da ridursi il cachet a cifre quasi ridicole se paragonate a quelle richieste dalle sue colleghe francesi, confermando la sua predilezione per i ruoli complessi e per le interpretazioni intense.

“La gonna”, diretto dal regista Jean-Paul Lilienfeld, racconta di un’insegnante di una scuola di una banlieu parigina che, stanca di soprusi e discriminazioni, decide con un gesto folle e disperato di prendere in ostaggio i suoi allievi. Una “storia anti-burqa”, come lei stessa l’ha definita, per dire no alla sottomissione delle donne in nome di una falsa interpretazione dell’Islam. Isabelle ha a cuore la causa di un Islam moderato e moderno, anche per la sua ascendenza berbera per parte di padre. Aveva fatto scalpore, ritirando un altro César nel 1989 per il film “Camille Claudel”, leggendo un brano dei “Versi satanici” di Salman Rushdie, ancora sotto fatwa.

Oggi Isabelle Adjani si presenta ai suoi fan splendida e radiosa: si è lasciata alle spalle le delusioni d’amore (nel suo passato anche una burrascosa relazione con il bel tenebroso Daniel Day Lewis, dal quale ha avuto anche un figlio), ha ritrovato la serenità dopo l’ultimo abbandono e dichiara di volersi dedicare alle cause che le stanno più a cuore.