Pubblicato il

Alla scoperta di Ingeborga

Dalla Lituania, l’eleganza discreta di Ingeborga Dapkunaite nella giuria della Mostra del Cinema di Venezia

Ingeborga Dapkunaite
AP

L’imminente Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, che si aprirà ufficialmente l’uno settembre, ha già cominciato a far parlare di sé da qualche settimana. La girandola dei film in concorso e di quelli esclusi, le personalità più attese sul red carpet, indiscrezioni su look e accompagnatori o accompagnatrici… insomma, i premi per le opere in gara, in questo pre-festival, sembrano quasi in secondo piano. Quando però i riflettori punteranno finalmente anche sui film in concorso, sarà la giuria incaricata di assegnare gli ambiti Leoni a conquistarsi la ribalta, guidata per quest’edizione da un prorompente e ormai maestro assoluto Quentin Tarantino.

Quest’anno il Festival offrirà al pubblico l’occasione di conoscere anche un’attrice il cui nome forse non dirà molto ai divoratori di cinema, ma che vanta una lunga carriera, iniziata addirittura  "Oltrecortina". Ingeborga Dapkunaite, classe 1963, nasce infatti a Vilnius, oggi capitale della Lituania, ma all’epoca ancora in Unione Sovietica. Ed è proprio nell’ex impero dell’Europa dell’Est che Ingeborga comincia a farsi conoscere, dopo aver frequentato studi di recitazione nella sua città natale e a Mosca.

Interprete talentuosa, sia al cinema che a teatro, di numerosi film e spettacoli, Ingeborga partecipa ad alcune importanti produzioni che la fanno conoscere anche oltre i confini dell’Europa Orientale. E’ soprattutto con "Il sole ingannatore", film del 1994 diretto da Nikita Mikhalkov, che questa raffinatissima attrice lituana diventa nota: il film infatti, ambientato in Russia negli anni ’30, alla vigilia del terribile periodo delle purghe staliniana, fa incetta di premi in tutto il mondo, vincendo in particolare il Gran Premio della Giuria a Cannes e l’Oscar come miglior film straniero.

Dopo questo successo, Ingeborga partecipa anche ad alcune grosse produzioni hollywoodiane, tra cui “Mission: Impossible” di Brian de Palma (1996) e “Sette anni in Tibet” di Jean-Jacques Annaud (1997). Nel 2007 gli appassionati fan della terribile storia del serial killer cannibale Hannibal Lecter ricorderanno la Dapkunaite nel prequel dei precedenti film basati sul personaggio creato da Thomas Harris, “Hannibal Lecter – Le origini del male”. Il film, diretto da Peter Webber, ripercorre i primi periodi di vita del mostro, nato in Lituania in piena era sovietica. Ingeborga interpreta nel film il ruolo della madre di Hannibal.

Le tante apparizioni di quest’attrice a teatro l’hanno resa particolarmente amata dal pubblico dei principali palcoscenici su entrambe le sponde dell’Atlantico. In particolare, è apparsa in due drammi diretti da John Malkovich, “Slip of the Tongue” e “Libra”, adattato dall’attore americano a partire dal romanzo di Don De Lillo “Libra”, (entrambi in cartellone prima a Chicago e poi a Londra nel 1992 e nel 1994).

Insomma, un’attrice che forse non si è mai conquistata le prime pagine dei giornali, ma che sicuramente con il suo stile innato e la sua eleganza ha lasciato il segno nei numerosi registi che l’hanno diretta, riuscendo a passare indenne tra le macerie di un’epoca, quella sovietica, in cui si era realizzato il suo sogno di diventare attrice.

Vai alla rubrica Protagonisti di Stile.it