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A tu per tu con Sabrina Brazzo

In occasione de “Il cigno nero – Black Swan” che racconta la storia di una ballerina alla ricerca della perfezione, in esclusiva per Stile.it l’intervista alla prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano

Sabrina Brazzo

Il film Il cigno nero – Black Swan racconta la storia di una ballerina la cui ricerca della perfezione la porta al limite della follia. E’ un’esperienza che ha provato anche lei? Il balletto può rendere pazzi?

"La danza è perfezione! Specialmente quando il ruolo da interpretare è particolare e le difficoltà coreografiche sono elevate. Ogni volta che mi preparo per un balletto tendo a escludere tutto ciò che mi circonda, quindi il mondo reale, ma nonostante questo non perdo il lume della ragione, bensì entro in una sorta di trans artistico. Amando così la mia professione, senza mai impazzire ma perdendo il senso della realtà… mi è capitato di perdere amici o peggio fidanzati che non potevano rimanere secondi"

Cosa l’ha spinta a scegliere di fare del balletto la sua professione?
"Essendo nata con doti particolarmente inconfondibili per la danza (piedi e gambe arcuati, schiena estremamente flessibile, ed una grande elasticità muscolare), ho sentito sin da piccola l’emozione al suono del violino e del pianoforte, ho capito così che la danza o meglio il balletto era il mio destino"

Lei ha già fatto la parte della prima ballerina nel Lago dei Cigni. Cosa ci può dire di questa esperienza? E’ un balletto particolare rispetto ad altri?
"Si, mi è capitato più volte! Il Lago dei Cigni è il balletto classico per eccellenza, ognuna di queste volte ed ognuna delle recite fatte ha avuto per me un significato a se. Ho avuto la fortuna di affrontare questo ruolo e questo balletto all’apice della mia esperienza e dopo tantissimi altri ruoli di spessore, e quindi con la maturità artistica necessaria. La difficoltà maggiore è la fusione in quattro atti di due differenti ruoli Odette (Cigno Bianco) e Odille (Cigno Nero), coreograficamente e tecnicamente differenti . Il Cigno Bianco, regale ed elegante, quasi asessuato con il desiderio e l’istinto del volo, invece Il Cigno Nero, tanto amato da me, di forte temperamento, fascino e sensualità, e deciso con queste sue caratteristiche a far suo il Principe"

Il balletto e il cinema non si incontrano molto spesso, lei vede una ragione a questo? Le piacerebbe recitare in un film?

"Penso che il balletto sia una forma d’arte che eseguita bene e da professionisti può essere affiancata ad altre forme d’arti, compreso il cinema. Ciò non toglie che il teatro rimane la sua vera casa. Mi è stata fatta la proposta di partecipare ad un film in veste di attrice e ballerina, ma prima di accettare l’idea vorrei poter studiare bene recitazione"

Il balletto è spesso considerato una forma di arte per l’élite, quale sarebbe un modo secondo lei per raggiungere un pubblico più giovane?
"Il balletto purtroppo è spesso seguito solo dagli amanti del teatro. Penso che non tutti hanno avuto la fortuna di conoscerlo, un modo sarebbe che i genitori accompagnassero i loro figli, sacrificando una domenica allo Stadio con una domenica in Teatro. La Scala ad esempio offre spettacoli dedicati proprio ai giovani a costi ridotti. Un giorno feci una scommessa con mia sorella sugli effetti che avrebbe avuto un balletto alla Scala su un gruppo di suoi amici paracadutisti, ebbene ricordo ancora l’emozione sui loro volti!"

Lei è già Etoile internazionale, ha lavorato con i più grandi nomi del balletto. Ha ancora dei sogni da realizzare?
"E’ una domanda molto difficile, anche perché sono ancora in carriera e non ho avuto modo di pensare bene al mio futuro, ma i grandi della danza che ho avuto la fortuna di conoscere mi hanno insegnato che "arriverà il giorno in cui si smetterà di essere ballerini… ma artisti si rimarrà sempre!" Mi auguro quindi di rimanere eternamente artista!"

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