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Intervista al professor Christopher New

Intervista a Christopher New, Central Saint Martins College di Londra

Central Saint Martins College, Londra
Courtesy of Entangle

Lei è docente del corso Menswear alla Central Saint Martins College, quali sono gli obbiettivi di questa scuola?
La Central Saint Martins è un college dedicato all’insegnamento e all’apprendimento di tutti gli aspetti dell’arte e del design: Fashion design, Tessile, Gioielleria, Design Industriale, Grafica, Architettura, Vetro e Ceramica, Scultura, Design per Teatro e molti altri sono i corsi. Siamo uno degli istituti più grandi al mondo  dedicati all’arte e al design.

Quali sono i progetti più importanti intorno ai quali sta lavorando?
Nel corso di Manswear – Moda Uomo – cerchiamo di coprire tutti gli aspetti della moda maschile preparando gli studenti alla carriera del designer uomo. L’insegnamento consiste soprattutto in progetti pratici, ognuno dei quali è finalizzato a raggiungere degli obbiettivi didattici. Molti di questi programmi vengono sponsorizzati da aziende dell’industria fashion: dopo questo, gli studenti sono stati coinvolti in un progetto sponsorizzato da Paul Smith. E dopo ancora seguiranno un progetto di sportswear con Kappa.

Gli studenti hanno la possibilità di presentare le proprie creazioni al di fuori della scuola?
Molti dei progetti sponsorizzati hanno una buona copertura mediatica, e in nostri studenti vengono incoraggiati a gareggiare nelle competizioni internazionali di moda. Ma abbiamo anche il nostro fashion show, molto seguito dai media, in cui presentiamo una selezione dei lavori degli studenti dell’ultimo anno.

Creatività, tecnica, talento: su quali elementi punta la scuola per la  formazione di un fashion designer?
Abbiamo un altissimo profilo internazionale, per cui tra le migliaia di domande di iscrizione che riceviamo abbiamo la possibilità di scegliere tra quelle che riteniamo più talentuose e creative. Gli studenti lavorano molto duramente durante i 4 anni in modo da incrementare la loro creatività e imparare ad incanalare questo talento nel fashion design. La creatività è la nostra forza.

Vista la crisi globale e i costi della produzione non-seriale, come si può garantire la qualità di un prodotto senza che i prezzi lo rendano inaccessibile?
Esiste sempre un mercato per pezzi unici di alta qualità. Dal mio punto di vista, nell’età della produzione di massa c’è un mercato di nicchia (significante) che richiede prodotti della migliore qualità. Le attività manifatturiere occidentali non possono competere con l’ampia portata e il basso costo dei prodotti che vengono dall’Oriente, perciò si concentrano su ciò che è unico e speciale, sia in design che in qualità.

Come si è sviluppato il progetto intorno al “Made in Italy” in collaborazione con l’ICE?
Questo progetto è stato un’opportunità fantastica per gli studenti di lavorare con alcune dei più prestigiosi e lussuosi marchi Italiani. Gli studenti hanno selezionato da soli i tessuti e scelto i colori. Il ruolo dell’ICE nel coordinare tutto ciò è stato fantastico: senza il loro aiuto sarebbe stato molto difficile per noi lavorare con tante aziende italiane. Apprezziamo molto l’aiuto e il supporto dell’ICE, senza il quale il progetto non si sarebbe mai sviluppato.

Il tema proposto per il progetto di quest’anno con l’ICE è “Italian design: il Memphis Group, dal grigio al colore”. Come applicate i principi della filosofia del Memphis Group alla moda maschile?
Il fenomeno del Memphis Group accadde ben prima che molti degli studenti nascessero! Per me che ho 52 anni il Memphis è stato di grande influenza, ma per gli studenti di oggi si tratta di storia antica! Ecco perché abbiamo chiesto agli studenti del corso di Storia della Moda di preparare lezioni e seminari sull’argomento. Con queste nozioni, gli studenti del corso di Manswear hanno fatto ulteriori ricerche, trovando il loro tema individuale e ispirazioni soggettive. Una delle ragioni per cui il tema ha funzionato bene è perché ci sono molte idee alla base del Memphis a cui ispirarsi: il colore, la giocosità, lo humor, le nuove proporzioni, il laminato, l’assenza di restrizioni…

Che cosa rappresenta per lei il “Made in Italy” nella moda?
Made in Italy è eccellenza nel design e qualità nei prodotti. Beni unici, prodotti concettuali, costantemente all’avanguardia. Tutte le aziende manifatturiere che ho visitato in Italia erano appassionate riguardo al loro prodotto: sanno che non possono competere con il mercato di massa, perciò si specializzano nella qualità.

Quali sono le sfide che un marchio di moda deve affrontare oggi?
probabilmente l’appetito dei clienti, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Fino a qualche anno fa le aziende producevano due collezioni l’anno, oggi ne creano una al mese! Il cliente moderno è affamato di nuovi prodotti ed è alla costante ricerca di innovazione. Ecco che la sfida di oggi consiste nel dare vita a prodotti che siano ecologici, riciclabili, trasformabili, in modo che il cliente abbia sempre i suoi nuovissimi abiti ma con un basso costo ambientale.