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I POPS, spazi pubblici di New York

Un concetto di urbanistica tutto newyorkese in cui piccole piazze, cortili interni, terrazze di edifici privati vengono allestiti ad uso della cittadinanza

Panorama di New York
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Privetely Owned Public Spaces, una definizione che suona come un ossimoro: eppure i POPS, spazi pubblici in che si trovano all’interno di proprietà private, sono una realtà tutta Newyorkese che mette sottosopra un concetto basilare dell’urbanistica, ovvero la divisione tra pubblico e privato. I POPS sono una sorta di soluzione intermedia che l’amministrazione cittadina ha istituito nel 1961, e si tratta di piccole piazze all’interno di comprensori, cortili di palazzi, terrazze, atri, camminamenti che, pur facendo parte dell’area di un privato, sono aperti alla cittadinanza. Spesso si tratta di aree allestite con tanto di sedie e tavolini, particolarmente gettonate dai lavoratori in pausa pranzo (la maggior parte si trova in edifici che ospitano uffici), ma anche a chi vuole riposare le gambe stanche o leggere un libro in un momento di break.

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I POPS si trovano ovunque nella Grande Mela, ma con una particolare concentrazione a Manhattan, dove le sedi di banche aprono i loro cortili, i grattacieli più famosi allestiscono terrazze, i musei offrono i loro atri come spazi da vivere a prescindere dalla visita. Si trovano a Broadway, presso la Lincoln Square, su Park Avenue e sulla Fifth Avenue, ma anche nelle stradine più piccole e pittoresche di Soho, del Village, e uno in particolare, lo spazio del One Liberty Plaza di Zuccotti Park, è diventato famoso durante le proteste di Occupy Wall Street. Per quanto riguarda gli altri distretti della città, esistono solo tre edifici a Brooklyn e uno nel Queens che offrono il loro ‘public space’. In tutto si contano 503 POPS su un totale di 320 edifici, questi i dati forniti da un database creato dal Department of City Planning, la Municipal Art Society e il professore di Harvard Jerold S. Kayden, pubblicato in un volume intitolato ‘Privately Owned Public Space: The New York City Experience’.

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Ma come è nata questa singolare forma di gestione dello spazio urbano? I POPS nacquero per cercare di diminuire la concentrazione di persone in certe specifiche zone della città e creare spazio nei distretti ad alta densità. Un po’ alla volta l’amministrazione locale incoraggiò i proprietari degli uffici, delle banche, delle aziende a rendere accessibili le aree inutilizzate dei loro quartier generali: inizialmente si trattava di una manciata di cortili, ma negli anni si considerarono come potenziali POPS anche altre tipologie di spazio, come le terrazze e gli atri. In pratica si è cercato di creare spazi pubblici laddove non c’era più terreno per realizzare un parco o una piazzetta, e negli anni i Privately Owned Public Spaces sono divenuti un importante elemento della quotidianità cittadina, specialmente di chi lavora nel brulicante distretto finanziario di Manhattan.

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Sempre secondo i dati raccolti nel volume sopracitato, il 16% dei POPS esistenti viene utilizzato dal ‘vicinato’ come luogo d’incontro, il 21% è adoperato per meeting di lavoro e piccole riunioni informali, il 18% serve per ovviare ai camminamenti tradizionali, magari evitando di percorrere strade trafficate, il 4% è attualmente in fase di rinnovamento, il 41% viene sfruttato per attività miste e marginali (pranzare, prendere una pausa dal lavoro, fare una telefonata). Naturalmente essendo un fenomeno che ha carattere ufficiale, i privati che mettono a disposizione i loro spazi devono attenersi a precise norme di sicurezza e rispettare degli standard architettonici, mentre i cittadini hanno obblighi ben precisi che riguardano le attività che possono svolgere e il modo di utilizzare le aree, onde evitare malcontenti (come accaduto in passato) da parte sia dei proprietari che dei concittadini.