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Vorreste avere più tempo? Forse non serve

Il tempo è prezioso. Ma forse ne abbiamo a disposizione più di quanto immaginiamo, afferma una ricercatrice

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Una scrittrice, ricercatrice, esperta manageriale ha pubblicato un esperimento sull’utilizzo del suo tempo, ed ha concluso che a volte il concetto di ‘vita super-impegnata’ è, se non proprio una bugia, un’esagerazione. Mamma di 4 figli al di sotto degli 8 anni, autrice di libri, motivatrice manageriale, relatrice di conferenze, Laura Vanderkam è il prototipo della donna ultra impegnata tra carriera e famiglia, eppure lo studio (che per prima ha condotto su di sé) le ha fatto capire di avere più tempo da impiegare per sé stessa o attività ‘libere’ di quanto pensasse. E di utilizzarlo, spesso e volentieri.

Tempo impegnato

In pratica la ricerca consisteva nel tracciare, di mezz’ora in mezz’ora, il proprio tempo e il modo in cui viene impiegato. Su un semplice foglio Excel (ma si potrebbe fare anche con carta e penna) Laura Vanderkam segnava ogni 30 minuti come stava impiegando il suo tempo: a fine anno – 8.748 ore – ha sommato tutte le ore di attività – lavorative, passate con i figli, in viaggio, svolgendo le mansioni domestiche, dormendo, svagandosi, e ne è risultato che lavora meno di quanto pensa, dorme di più, passa più tempo con la famiglia e si dedica a sé stessa molto di più di quanto credesse. Non è emerso un quadro idilliaco, ma nemmeno catastrofico come si immaginava: la media lavorativa in un anno, tra settimane full, weekend passati al computer, ferie e giorni più leggeri, è al di sotto delle 40 ore settimanali (circa 37.5); la media di sonno – con un neonato e 3 bambini, tra notti insonni e altre tranquille, pennichelle e poppate notturne, si aggira intorno alle 7,30 ore al giorno. Se in una settimana Laura lavora 37,5 ore, ne dorme circa 51,81, significa che le rimangono 78, 79 ore da impiegare in altre attività, e non sono affatto poche. Infatti ella ha individuato molte meno ore dedicate alle mansioni domestiche di quanto abbia percezione di svolgere, più tempo trascorso con i figli, impiegato in attività sportive, persino molte più ore di lettura di giornali, libri e riviste, di quanto immaginasse di riuscire a concedersi.

L’autrice ha chiesto ad altre persone di tenere traccia del proprio tempo nell’arco della sua carriera ed in particolare negli ultimi anni in cui si è concentrata proprio sul tema del ‘gestire il tempo’, e si è resa conto che tutti, uomini e donne, tendono a percepire la loro vita come ultra-frenetica perché basano i propri ricordi solo sulle settimane più impegnative, sui giorni full, sui periodi più stressanti, ma tendono a dimenticare le ore di tempo libero, di riposo, di vacanza. Insomma, avere più tempo per noi è possibile se ci rendiamo conto di averlo già: pur non essendo una teoria applicabile proprio a tutte le tipologie di vita e di lavoro (è stata criticata in quanto specchio esclusivo dei ‘colletti bianchi’, delle fasce di professionisti-manager), è comunque uno spunto di riflessione per imparare a lamentarsi meno e godere di più di quello che di buono si ha. La tendenza a pensare di avere tutto il mondo sulle proprie spalle finisce per influire sulla percezione generale che abbiamo della nostra vita, sulla serenità con cui l’affrontiamo. E lo dice una donna in carriera con 4 figli piccoli: il tempo è prezioso, ma ne abbiamo a sufficienza. Per leggere l’intero resoconto dell’esperimento di Vanderkam cliccate qui.