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Etichette alimentari: consigli per una spesa “informata”

Uova, latte, olio, vino, pasta e marmellate: ecco cosa controllare prima di acquistare qualcosa

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Sempre più complete e trasparenti, le etichette alimentari sono una vera e propria “carta di identità” dei cibi. Ma non è facile comprenderle. E spesso ci si perde tra sigle, acronimi, parole tecniche, riferimenti ignoti e numeri apparentemente senza senso.

Per questo Elisabetta Orsi, nutrizionista e naturopata, ha stilato una serie di consigli pratici. L’ha fatto in collaborazione con Giovanni Chiodaroli, Executive Chef di Love IT, il primo Food Experience Store dedicato al Made in Italy.

Uova, meglio se Bio e da allevamento a terra
Meglio le uova da allevamento biologico, perché significa che la gallina ha avuto più spazio per muoversi. Inoltre, l’uovo “bio” ha assorbito più nutrienti e l’apporto di colesterolo è minore. Attenzione quindi che sulle etichette compaiano le indicazioni: “0” biologico, “1” da allevamento all’aperto e “2” a terra.

Latte, preferitelo fresco e di provenienza certificata

Il latte fresco è preferibile a quello a lunga conservazione perché mantiene invariate le proprie vitamine. In etichetta è importante anche verificare il paese di mungitura e quello di trasformazione. E che il confezionamento sia avvenuto in ambiente asettico. E’ importante verificare i controlli a cui è stato sottoposto. Infine preferite latte da pascoli 100% italiani.

Olio d’oliva? Si, ma spremuto a freddo.
Meglio privilegiare la spremitura a freddo ed unicamente da metodi meccanici, ovvero senza l’utilizzo di solventi. Inoltre, la definizione di “categoria superiore” è sinonimo di qualità, così come la provenienza dall’Italia e dai Paesi dell’Unione Europea. Preferitelo quando conservato, correttamente, in bottiglie di vetro scuro.

Aceto balsamico? Sceglietelo Dop.
In etichetta è importante verificare da che tipo di prodotto proviene la fermentazione (vino, frutta, etc.), con preferenza per l’origine biologica. Nella scelta di un aceto balsamico di qualità è da preferire l’origine italiana, ancora meglio se di origine protetta come quello di Modena, garanzia di qualità. E’, inoltre, importante che non siano stati aggiunti solfiti, spesso anche segnalati come E221 ed E222.

Pasta, meglio a lenta essiccazione.
In etichetta è importante verificare sia la provenienza della semola che la sua località di produzione. Ad esempio: “pasta italiana prodotta con semola italiana da grano italiano”, oltre che il tipo di cereale utilizzato (100% semola di grano duro, parzialmente o totalmente integrale).

Da preferire la pasta da aziende della tradizione italiana, con la lenta essiccazione. In questo modo non si altera la struttura del glutine e mantiene il più possibile intatte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto.

Riso Arborio e Carnaroli, sulle etichette tracciabilità trasparente e italianità.

In etichetta è da preferire l’origine 100% italiana e la tracciabilità completa del processo produttivo. La varietà Arborio, con chicchi grandi e nucleo ricco di amido, assorbe acqua e condimento più di altre varietà e questo le conferisce una particolare morbidezza al palato. Il Carnaroli, più dolce e sodo, tiene maggiormente la cottura.

Vino, un sorso di rosso artigianale contro i radicali liberi
Oltre alla gradazione alcolica, controllare sulle etichette l’origine e la varietà delle uve, la denominazione geografica protetta o indicazione geografica tipica, oltre al tipo di invecchiamento.

Infine, l’indicazione della fermentazione in botti di legno è sinonimo di qualità, così come anche la segnalazione dell’esposizione del vigneto e della qualità/altitudine del terreno. Attenzione, infine, alla presenza in etichetta di solfiti o altri additivi.

Birra, preferitela artigianale e poco raffinata.
Ricca di antiossidanti, la birra rende più flessibili le arterie e migliora la circolazione ed il sistema cardiovascolare. In etichetta: oltre alla gradazione alcolica, è bene verificare la qualità della birra, la sua origine, ed il mix di cereali contenuti, preferendo il metodo di fermentazione artigianale.

Il consiglio in più? Preferitela poco raffinata, da aziende agricole e del territorio, privilegiando la fermentazione in botti di legno. Attenzione alla presenza di additivi e alla presenza della descrizione in etichetta delle caratteristiche organolettiche del prodotto.

Acqua, attenzione al residuo fisso

Di norma è meglio scegliere un’acqua oligominerale con un residuo fisso tra 250 e 500mg/L per garantire anche un minimo apporto di minerali. Per prediligere, invece, un’acqua leggera possiamo considerare un residuo inferiore ai 50mg/L e con un apporto ridotto di sodio, meglio se inferiore a 1mg/l.

E’ consigliabile, inoltre, preferire le acque che hanno una quantità di calcio maggiore di 250 mg per litro. Anche il contenitore è importante. Il vetro colorato è ideale per la protezione della qualità dell’acqua ed il suo corretto mantenimento.

Confetture di frutta, occhio agli zuccheri aggiunti e ai coloranti.
La percentuale di frutta usata per il preparato deve essere almeno del 20 per cento per la marmellata, del 35 per cento per la confettura, del 45 per cento per la confettura extra.

Sulle etichette controllare soprattutto la presenza di zuccheri aggiunti, eventualmente preferire lo zucchero di canna, evitando prodotti con conservanti o coloranti. Tra i più dannosi quelli denominati E220, 221. Questi tipi di additivi oltre a provocare allergie, eruzioni cutanee, mal di testa, possono limitare l’assorbimento di vitamine importanti, come le vitamine del gruppo B.

Per guidarvi al meglio nella scelta e nell’utilizzo di ogni singolo alimento, Love IT ha realizzato con i due esperti interessanti tutorial con approfondimenti e consigli pratici che faranno davvero la differenza in cucina. Potrete visualizzarli a “In cucina con Love IT” – Come leggere le etichette?”, cliccando sul link riportato a seguire:

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