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Come prepararsi ad un viaggio in bicicletta

Se l’idea del cicloturismo sta facendo capolino tra i vostri programmi estivi, leggete i consigli dell’esperto per arrivare preparati

cicloturismo
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Questa è l’estate della bicicletta. L’emergenza sanitaria ha reso gli spostamenti lunghi piuttosto complicati, tra mezzi pubblici a capienza limitata e necessità di rispettare indicazioni sanitarie non sempre ‘pratiche’. Il bonus mobilità ha infine convinto anche i meno avvezzi a pedalare, unito a tutti i benefici che comporta scegliere la bici anziché un mezzo di trasporto motorizzato (quali? Ve ne abbiamo parlato qui).

Insomma, questa stagione si prospetta bike-friendly e tra molte persone si sta facendo largo l’idea di utilizzare i pedali anche per andare in vacanza. Se non avete mai considerato l’idea del cicloturismo, questa potrebbe essere l’estate giusta per cominciare. Ma partire per un viaggio in bicicletta richiede una discreta preparazione: come organizzarsi? Lo abbiamo chiesto a Omar Gatti, dottore in scienze motorie e direttore della formazione Bikeitalia, sito di riferimento per i ciclisti italiani (e per coloro che vogliono diventarlo).

Cicloturismo, la preparazione atletica è importante

Il primo dubbio che sorge a chi inizia a considerare l’idea della vacanza in bici riguarda la preparazione atletica. Quanto e come allenarsi se non si è ciclisti abituali? “Per chi non ha mai affrontato un viaggio in bici il cicloturismo può rivelarsi un’esperienza fantastica, ma allo stesso tempo difficile dal punto di vista fisico. Io consiglio almeno due mesi di preparazione in bici prima di partire, soprattutto per prendere confidenza con i materiali. Bisogna fare uscite lunghe che simulino la durata della giornata media di viaggio, e con l’allestimento che si intende portare. Un viaggio in bici richiede un certo minimalismo nell’attrezzatura, e provare ciò che serve permette di evitare di portare cose inutili che appesantiscono la bici”, spiega Gatti.

C’è qualche parte del corpo che bisogna preparare in particolare? Secondo l’esperto è bene allenare “tutto il corpo, non solo le gambe. Inserendo anche una seduta a settimana di allenamento per il rinforzo dell’addome. Ovviamente prima ci si dovrà sottoporre a una visita medica per avere il nulla osta alla pratica sportiva”.

persone in biciclette in mezzo a un campo fiorito

È importante scegliere un percorso adatto alle proprie possibilità. Inutile puntare ai passi alpini se non si è preparati. Meglio contemplare qualche percorso piacevolmente pianeggiante, o che preveda brevi tappe tra dolci colline. È utile invece capire quanti chilometri si è in grado di fare ogni giorno, senza esagerare se si affronta il primo viaggio. “La soluzione è fare una prova e pedalare per quanti chilometri si ha in mente di viaggiare in media. Dopo questa uscita vedere come ci si sente. Se ci si sente bene, allora quel chilometraggio è idoneo. Se ci si sente stanchi ma non estremamente indolenziti, si dovrà effettuare una riduzione del 10% del chilometraggio giornaliero previsto. Se invece ci si sente letteralmente a pezzi, si dovrà ridurre del 25% il chilometraggio quotidiano”, suggerisce Gatti. È poi  importante ricordare che giorno dopo giorno si sarà sempre più stanchi.

Utili tecnicismi

Quale bici è l’ideale per affrontare un viaggio? Come sceglierla? La risposta di Gatti è questa: “La scelta della bici è una cosa estremamente individuale e dipende dal tipo di viaggio (durata, percorsi, percentuale di sterrato e salite). Il mio consiglio è di optare per una gravel bike, una bici con un’impostazione da corsa che però è dotata di copertoni più larghi e telaio molto più comodo. Permette quindi di affrontare in modo ottimale sia la strada che lo sterrato”. Occorre poi acquisire una certa dimestichezza con il mezzo. Bisogna essere in grado di aggiustare la bicicletta nel caso si danneggi durante il viaggio, o almeno essere pronti ad effettuare le riparazioni basiche. Specifica Gatti “Nei miei viaggi ho visto che bisogna saper dominare: riparazione di forature, rottura della catena, regolazione del cambio, regolazione dei freni, sostituzione di un raggio rotto e controllo della stabilità del manubrio”.

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Altro aspetto importante è quello degli accessori da portare con sé. È fondamentale non caricarsi di peso inutile. “Io viaggio in bikepacking e sono un minimalista: porto l’indispensabile” ci racconta l’esperto. “Per affrontare la Transardinia ad esempio, un viaggio in mountain-bike che attraversa da nord a sud l’entroterra sardo (con tappe da 100 chilometri e 3500 metri di dislivello), ho portato con me un completo da ciclista, un antivento smanicato, un antivento pesante, un maglione in lana merinos per la sera, calze in lana merinos, occhiali da sole. Importante non dimenticare camere d’aria di scorta, pompa per gonfiare e un multitool per lavorare sulla bici. Infine crema solare (ci si scotta molto facilmente se si pedala 6-8 ore al giorno)”.

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Partire con la giusta predisposizione mentale

Conclude Gatti: “Voglio ricordare che un viaggio non è una corsa. Prendetevi il tempo per esplorare e gustarvi quest’esperienza. La persona che torna da un viaggio non è mai la stessa che è partita, e quello in bici è qualcosa che ti cambia nel profondo perché ti mette di fronte alla semplicità, alle difficoltà e alla fatica. È un’esperienza fantastica, per cui va goduta fino in fondo”. Bikeitalia.it è il sito di ciclismo più letto nel nostro Paese, e si possono trovare migliaia di articoli su allenamento, meccanica, equipaggiamento e cicloturismo: vi consigliamo di consultarlo prima di partire.

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