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Cosa fare dei solari della scorsa estate

Si può usare la crema dello scorso anno? Sì e no, tutto varia in base alla data di scadenza, la conservazione, al tipo di vacanze e alla pelle

Creme solari
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Solari questa parola che molte ignorano deve entrare a forza nella quotidianità in vista dell’avvicinarsi della stagione balneare perché tutelare la pelle dagli effetti dannosi dei raggi UV è di fondamentale importanza: oltre alle solite raccomandazioni che invitano a non esporsi nelle ore più calde della giornata, c’è da prestare attenzione anche alla crema che si intende utilizzare.

Se avete ancora da parte quella dello scorso anno, siete proprio sicure che sia ancora buona? Onde evitare di rimanere in balia dell’incertezza basta controllare la data di scadenza che, di media, come molti prodotti di cosmesi, è di 12 mesi dall’apertura e la si trova indicata accanto alla scritta PAO ovvero periodo di validità dopo l’apertura ma, attenzione perché il periodo potrebbe essere anche inferiore se la confezione è stata sottoposta a caldo, aria e a tutte quelle condizioni che potrebbero far venire meno l’efficacia del filtro. Esiste un modo pratico che permette di verificare l’integrità del prodotto: basta versarne una minima quantità sulla mano per controllarne l’odore, la consistenza e il colore e, se non si riscontrano segni di alterazione, si può ancora utilizzare altrimenti è giunto il momento di acquistare una nuova confezione ricordandosi di conservarla lontano da fonti di calore e preoccupandosi, dopo ogni utilizzo, di ripulire bene il tappo eliminando ogni residuo di sabbia.

Mai ripetere gli stessi errori: è bene dunque fare tesoro dell’esperienza ergo, se lo scorso anno si è fatta una scorta esagerata di creme, è cosa saggia optare per confezioni più piccole oppure, se in programma non ci sono lunghe vacanze ma piuttosto fugaci weekend al mare, si possono utilizzare dei campioncini in maniera tale da avere lo stretto indispensabile evitando ogni sorta di spreco. Ad ogni destinazione corrisponde la giusta crema: se si acquista in Italia ognuna è preparata al tipo di protezione che più si addice al fototipo di appartenenza variabile in base al colore dei capelli, quello della pelle e dalla sua capacità di abbronzarsi ma, se si intende fare spese in terra estera, occhio perché, ad esempio, se si va ai Caraibi, al nostro Spf 20 italiano corrisponde un 40 americano e ancora, chi predilige isole e destinazioni esotiche, è bene tenere a mente che è necessario non abbassare la guardia perché complici il vento, il riverbero dell’acqua e il colore della sabbia, l’ustione è dietro l’angolo.

Chi invece intende passare molto tempo in barca, meglio puntare su solari waterproof ricordandosi di applicarli almeno ogni 2 ore soprattutto nelle zone più delicate e soggette a scottature quali naso e seno. In spiaggia è inoltre possibile unire l’utile al dilettevole: chi bella vuole apparire, un po’ deve soffrire, o meglio sudare e perché allora non fare tesoro del calore e anziché cospargersi di un qualsiasi solare non optare per uno snellente e rassodante? Mentre ci si abbronza si va a lavorare su quei rotoletti di troppo favorendo lo scioglimento dei grassi.