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Il valzer degli addii pronunciato dai millennials

Salutano la casa di proprietà e il posto fisso; le 5 rinunce definitive dei nati tra gli anni ’80 e 2000

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Cambiare le prospettive navigando a vista e senza vivere con senso di sconfitta il confronto – forse poi nemmeno così necessario – con le generazioni precedenti. Almeno per quanto riguarda la diretta correlazione tra alcuni dei loro paradigmi – casa, posto fisso, famiglia – e il legame che essi intrattengono con il senso di benessere e felicità provato dai più giovani. Se ci si riesce, a vivere così, superando le aspettative ereditate per crearsene di nuove, forse è possibile concepire la propria età con maggiore pienezza. E allora addio ai salvagenti, si naviga in mare aperto senza protezioni.

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Questo grossomodo è il consiglio generale che il giornale The Guardian ha cercato di dare ai millennials. Generazione nata tra gli anni 1980 e i primi 2000 che si caratterizza, almeno agli occhi della narrazione pubblica, per essere sempre priva di qualcosa o per contrapporsi – uscendone sconfitta –  con la precedente. E allora, per completare il quadro, facendo anche un po’ pace con la propria condizione, il celebre quotidiano ha stilato una lista di 5 cose alle quali i millennials devono imparare a rinunciare definitivamente. Ecco quali sono:

 
Vivere da soli o comprare una casa. Sentendo le varie voci che The Guardian ha raccolto, una delle rinunce assolute dei millennials sembra essere quella dell’abitare da soli o possedere una casa. A Londra la situazione è quasi drammatica; con affitti molto alti che spesso vengono ulteriormente alzati con una certa frequenza da parte dei proprietari. Inoltre, vivere in zone molto distanti dal centro, se da un lato permette di risparmiare sull’affitto, dall’altra aumenta la spesa per mezzi pubblici e spostamenti. 
 
Una relazione stabile. Spostamenti di città dovuti alla carriera e la scarsa possibilità di comprarsi una casa, sono tra i fattori principali che impediscono alle persone di avere relazioni durature nel tempo. Altre cause che impediscono di conoscere una persona che veramente possa riempire la vita sono per esempio il poco tempo da dedicare alla socialità e la stanchezza dovuta agli impegni lavorativi. 
 
Posto fisso. Qui è il mercato del lavoro a essere cambiato e a far rimare la aprola flessibilità con la più triste espressione di fragilità. Sono molti i freelance e i professionisti che vivono con contratti di un anno e che rispetto ai loro genitori sono costretti a moderare le proprie prospettive di vita su i dodici mesi previsti dall’impegno contrattuale.
 
Avere un figlio. Stipendi bassi – il quotidiano ha calcolato che oggi i millennials guadagnano il 20% in meno rispetto ai propri genitori – e di nuovo la mancanza di un nido domestico sono i fattori che più pesano nella decisione di avere una famiglia propria. 
 
L’incapacità di mettere soldi da parte. Con una povertà di questo tipo, mettere soldi da parte è davvero un’utopia. E rispetto ai genitori che in questa fase della loro vita avevano già accumulato qualcosa, i figli dei baby boomers fanno fatica a risparmiare risorse per progettare un futuro meno ballerino dal punto di vista economico ed emotivo. 
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