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Abbronzatura sicura, cosa occorre sapere

Tintarella sì, ma con buonsenso. Alcuni consigli per i bagni di sole

abbronzatura sicura
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Se ne parla ogni anno, ma non lo si può affatto cestinare come un discorso trito e ritrito. L’abbronzatura sicura è un obbligo, non una tendenza. I raggi del sole fanno bene, ma vanno presi con le giuste precauzioni. O i loro danni possono essere anche gravi, specialmente sul lungo termine. Eritemi, bolle, macchie, invecchiamento precoce e nel peggiore dei casi melanomi: valide ragioni per proteggersi, sempre. Al mare, in montagna, in campagna, e persino in città. Fra l’altro, l’abbronzatura molto intensa è piuttosto ‘out’ se vogliamo parlare di tendenze beauty. Quindi tanto vale andarci con calma.

I precetti per un’abbronzatura sicura

Niente spauracchi, ma nemmeno irresponsabilità. Innanzitutto, ricordate che la melanina viene stimolata dai raggi del sole solo per un lasso di tempo di circa 45 minuti. Dopo questo intervallo il colorito non aumenta: ecco che rimanere a rosolarsi al sole per 10 ore di fila non serve assolutamente a nulla. Meglio intervallare l’esposizione a momenti all’ombra.  Come ci hanno insegnato fin da bambine, le ore di esposizione dovrebbero essere quelle meno calde: la mattina presto (fino alle 11) e il pomeriggio (dalle 16 in poi). Occorre rigorosamente evitare i momenti più caldi della giornata, quando i raggi sono perpendicolari. Mentre ci si dedica ai bagni di sole inoltre, è importante bere acqua e mangiare frutta, per mantenere la pelle sempre idratata.

Le protezioni

I tipi di pelle sono convenzionalmente suddivisi in 6 fototipi. Essi dipendono dal colore della carnagione, ma anche di occhi e capelli. Usare una crema protettiva in base al fototipo è imprescindibile per un’abbronzatura sicura. Ma non tutti hanno capito realmente come funzionano i prodotti solari. Innanzitutto, esistono due tipi di filtri: chimici e fisici. I primi sono i più comuni, e permettono ai raggi ‘buoni’ di penetrare, bloccando invece i raggi UV. I secondo riflettono le radiazioni come uno schermo totale: sono utili per aree del corpo delicate o per pelli molto sensibili.

Il fattore SPF non è una trovata pubblicitaria: esso indica il tempo in cui siete protette. In pratica, la pelle ha una capacità di auto-proteggersi per qualche minuto. Per chi ha la pelle molto chiara, occhi chiari, capelli biondi o rossi probabilmente si tratta di 2 minuti. Chi è di un fototipo ‘mediterraneo’ inizia invece a scottarsi dopo più tempo. Dunque, occorrerebbe misurare quanto tempo impiega la pelle ad arrossarsi (probabilmente lo saprete già per esperienza): i minuti calcolati moltiplicati per il fattore protettivo di una crema, danno come risultato il tempo di intervallo tra un’applicazione e l’altra. Se ho una crema ha fattore 10, e una persona ci mette 20 minuti a scottarsi, significa che ogni 200 minuti (poco più di 2 ore) deve ridarsi la crema. Se ci metto 5 minuti a scottarmi, una volta all’ora non basta – tanto vale acquistare un fattore protettivo più alto.

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