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Cavoletti di Bruxelles, germogli d’inverno

Sono i membri più piccoli della famiglia dei cavoli, ma sono altrettanto ricchi di sostanze benefiche

Cavolini in padella
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I cavoletti (o cavolini) di Bruxelles fanno parte della multiforme famiglia dei cavoli, alla quale appartengono broccoli, verza, cappuccio, broccolo romano, tra i tanti. Ma in questa specie non è il fiore ad essere commestibile (come il broccolo per esempio, o il cavolfiore) ma il germoglio, che, a differenza di verze e simili non si sviluppa in un’unica grande ‘palla’, ma in numerose pallette che raggiunto il diametri di circa 3 centimetri sono pronte per essere raccolte e mangiate. 
 
Il nome rende palese la loro primaria zona di coltura, ma non è solo nell’area del Belgio che queste gemme verdi vengono apprezzate: tutto il nord Europa le coltiva e ne è ghiotto. Il cavoletti di Bruxelles sono infatti molto resistenti alle basse temperature, e sono un’eccellente fonte di vitamine a latitudini dove scarseggiano i frutti che necessitano di molto sole. Questi germogli preziosi sono infatti ricchissimi di vitamina C e di beta-carotene; sono inoltre apportatori di polifenoli, quindi nel complesso risultano alimenti antiossidanti, particolarmente apprezzati nel combattere la degenerazione cellulare. L’alto contenuto di fibre li rende inoltre ottimi alleati del transito intestinale. Dal punto di vista minerale, è molto apprezzabile la quantità di ferro e potassio.
 
Piccole gemme vitaminiche, molto versatili in cucina, anche se spesso vengono proposti come un comune contorno (lessati e conditi con olio e sale). In realtà questi ortaggi si prestano benissimo a condire la pasta, a diventare protagonisti di zuppe e minestre, ad essere arrostiti, cotti al forno – eccezionale è la combinazione con besciamella – saltati con frutta secca, o come saporito accompagnamento alle carni.