Pubblicato il

Il nuovo museo ebraico: una storia straziata

Nel 1988 è stato bandito il concorso per l’ampliamento del Museo della Città di Berlino destinato ad ospitare la sezione ebraica. L’opera sorge sulla Lindenstrasse, siamo a Kreuzberg nella zona di Friedrichstadt, il cuore della Berlino barocca.

Berlinal8

Oggi a Berlino la comunità ebraica esprime la propria identità in maniera più forte che nel resto della Germania. Negli ultimi anni sono fioriti centri culturali, scuole, biblioteche, ristoranti kosher, musei e sinagoghe. Nella storia gli ebrei berlinesi hanno rappresentato la parte più colta e produttiva della popolazione: basti ricordare nomi come quelli di Albert Einstein, Rosa Luxemburg, Felix Mendelsson, Marc Chagall, Arnold Schoenberg, Billy Wilder. Nel 1989, quando cadeva il muro, si erano ridotti a 5.000, oggi sono quasi il triplo e tornano ad avere un ruolo importante nella vita cittadina.
La Neue Synagoge su Oranienburgerstrasse si trovò sotto una fitta pioggia di bombe durante la Notte dei Cristalli e rimase pesantemente danneggiata. Restaurata di recente, è stata finalmente riaperta ed oggi ospita, sotto la sua cupola dorata, la sede del Centrum Judaicum. Nel settembre del 95 apre la Heinz Galinski Schule a Charlottenburg sul confine della foresta di Grünewald: è la prima scuola elementare ebraica costruita in Germania dopo il nazismo. Il complesso scolastico, progettato dallebreo polacco Zvi Hecker, si articola in più blocchi disposti a spirale che ne fanno un piccolo e suggestivo villaggio raccolto attorno ad uno spazio pubblico.
Nel 1988 è stato bandito il concorso per lampliamento del Museo della Città di Berlino destinato ad ospitare la sezione ebraica. Lopera sorge sulla Lindenstrasse, siamo a Kreuzberg nella zona di Friedrichstadt, il cuore della Berlino barocca oggi abitata per buona metà da turchi (la U1, la linea della metro che lattraversa, è chiamata Istanbul Express). Larchitetto vincitore del concorso, Daniel Libeskind, è uno dei maggiori esponenti dellarchitettura decostruttivista. Ledificio ha una struttura a zigzag, è completamente rivestito di zinco ed è inciso da molteplici tagli: più che finestre sembrano vere e proprie ferite.
Oltre a un riferimento alla stella di David, la forma delledificio nasce dallintersezione sulla mappa di Berlino dei luoghi dove lavoravano intellettuali ebrei e tedeschi come Berthold Brecht, Paul Celan, Rachel Varnhagen. Le connessioni di questi punti della città formano come dice Libeskind – una costellazione urbana e culturale della Storia Universale.
Tre percorsi allinterno del museo: il primo è quello espositivo vero e proprio che conterrà (il tutto è ancora in allestimento) oggetti, stampe, libri e filmati che raccontano la storia degli ebrei tedeschi dallepoca romana sino ai nostri giorni. Il percorso è tortuoso ma continuo. La linea spezzata è attraversata da una retta che definisce solamente spazi vuoti, ricordando tutti i momenti in cui lintreccio tra la storia del popolo ebraico e quello tedesco si è bruscamente interrotto. Anche la rampa di scale che collega i due livelli principali del museo termina in una parete cieca. Il secondo percorso conduce allimpressionante Torre dellOlocausto, volutamente priva di riscaldamento: uno spazio alto 12 metri, chiuso su tutti i lati e illuminato solamente da una fessura di luce. Il terzo viaggio ci porta alla Terra Promessa: è la parte più poetica di tutto ledificio, un piano inclinato su cui poggiano 49 colonne di cemento, al di sopra di ognuna di esse è piantato un ulivo. Fin da quando è stato aperto il nuovo Museo Ebraico si è immediatamente affermato come uno dei luoghi più visitati di Berlino, non solo dai turisti ma soprattutto dagli abitanti della città. Migliaia di visitatori hanno percorso ledificio di Libeskind ancora vuoto. La comunità ebraica non solo recupera la storia e le tradizioni della propria cultura ma si pone anche allavanguardia nella ricerca artistica e lo fa con questo straordinario edificio. Uno dei pochi casi in cui il contenitore di una collezione museale è forse più importante ed evocativo delle stesse testimonianze contenute nel museo.

Potrebbe interessarti