Pubblicato il

British legend

È il 1856 ed il 21enne Thomas Burberry decide di creare una linea d’abbigliamento sportivo nel segno della funzionalità e della resistenza

Pubblicità Burberry
Courtesy of www.burberry.com

Difficile sintetizzare 150 lunghi anni di storia in poche righe. Soprattutto quando un marchio nato semplicemente come abbigliamento sportivo diventa simbolo di sopravvivenza e patrimonio del mondo del cinema. È il 1856 ed il 21enne Thomas Burberry decide di creare una linea d’abbigliamento sportivo nel segno della funzionalità e della resistenza. Inizialmente ispirato dalle casacche dei pastori ed agricoltori locali, Burberry mette a punto uno speciale tessuto resistente all’acqua e agli strappi, la cui formula è strettamente confidenziale. Nacque cosi la prima ‘Gabardine’ che in breve tempo divenne un must per tutti gli esploratori ed avventurieri, ma anche per i soldati e gli sportivi; l’esploratore norvegese Amundsen veste interamente Burberry durante la sua spedizione verso il Polo Sud, mentre il Capitano Alcock ed il Sottotenente Brown portarono con sè l’intero kit Burberry nel loro volo sopra l’Atlantico nel 1919. Sarà l’avvento della prima Guerra Mondiale a dare però lo spunto per la creazione del capo più noto nella storia di Burberry. Prende il nome dagli scontri tra trincee nemiche l’immortale ‘trench coat’, giacca impermeabile in dotazione ai militari britannici. Nasce così un mito che persiste fino ad oggi e che negli anni 50′ e ’60 si affaccia anche sul panorama cinematografico. Lo indossano Humprey Bogart in ‘Casablanca’, Audrey Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’ e Peter Sellers nell’indimenticabile serie de ‘La Pantera Rosa’. Nel ’66 poi la cessione delle quote alla Great Universal Stores apre nuovi orizzonti al marchio originario dell’Hampshire; nascono così le tante linee Burberry tra cui quella dedicata ai bambini, gli accessori per la casa ed i vestitini per cane. L’arrivo nel 1997 di Rose Marie Bravo, newyorkese originaria del Bronx alla dirigenza, segna una nuova importante svolta per il marchio che nel giro di appena 3 anni sale nell’Olimpo delle megamarche internazionali affermandosi come emblema del lusso anche al di fuori della Gran Bretagna. Nel 2003 la società ha festeggiato un incremento delle vendite di oltre un terzo ed un guadagno di 25 punti sulle proprie azioni. Un iniezione di fiducia nei confronti del marchio avvenuto grazie anche all’arrivo del creative director Christopher Bailey che da oltre un anno supervisiona contemporaneamente ben 15 diverse collezioni con particolare attenzione alla neonata linea ‘Prorsum’.