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Alla scoperta della wilderness marchigiana

Gole con pareti di roccia alte 300 metri, torri e guglie calcaree, sentieri a picco sul mare. È il volto selvaggio della provincia di Pesaro e Urbino, per gli amanti di natura e di trekking. Senza dimenticare i capolavori artistici delle due città marchigiane.

Pesaro
courtesy of©Paolo Samprucci

Partendo da Pesaro, città ricca di suggestioni artistiche che la splendida Villa Imperiale (nella foto, sala del giuramento) restituisce in pieno, si possono raggiungere facilmente l’oasi naturale del Monte San Bartolo e le Gole del Furlo. Un primo itinerario comincia alla periferia nord della città e in tre ore, con un dislivello di circa 200 metri, conduce fra ville e campi coltivati, a balconi panoramici che si aprono a strapiombo sul mare. Sempre nel Parco naturale di San Bartolo (tel. 0721/371075), un altro percorso, leggermente più impegnativo, parte da Marina Alta arriva a Fiorenzuola di Focara, suggestivo borgo ricordato da Dante nell’Inferno, costeggiando lo spettacolare litorale orlato da una ripida falesia.

Scenari irreali si scoprono alle Gole del Furlo, a sud di Pesaro, nei pressi di Fossombrone. Inciso tra i calcari del Monte Paganuccio e del Monte Pietralata, dominato da pareti rocciose alte anche 300 metri, è uno dei canyon più spettacolari d’Italia. Lo si attraversa con un anello di circa cinque ore che parte da Villa Furlo. Dai campi, il paesaggio si fa via via più aspro e culmina nel “belvedere”, uno sperone di roccia affacciato sulle pareti quasi verticali delle Gole. Dopo l’abitato di Spelonca Bassa, si segue il tracciato dell’antica via Flaminia, asfaltato ma di grande suggestione perché si insinua tra le strette pareti della gola.

Lo scenario naturale della zona di Urbino non è da meno. Gli amanti della fauna selvatica non possono assolutamente perdere il Parco di Sasso Simone e Simoncello (tel. 0722/770073), in località Pian dei Prati, sulla strada che da Carpegna conduce a San Sisto. Un’area di circa sei ettari che consente l’osservazione ravvicinata di caprioli e cinghiali in completa libertà.

I trekker più esperti possono sfidarsi sui sentieri del Monte Nerone, massiccio solitario e imponente con canyon e canaloni, guglie e torri calcaree. I 1525 metri della sua vetta si raggiungono partendo da Piobbico in circa quattro ore. La fatica della salita è ricompensata da scorci panoramici di selvaggia bellezza. Se non si èin allenamento, basta una tranquilla passeggiata di 45 minuti che da Piobbico porta all’eremo di Santa Maria di Morimondo, costruito attorno al Mille e abbandonato dopo il terremoto del 1781. Qui la natura si fa più dolce e le colline si arrotondano. Dalla wilderness in stile americano si passa ai paesaggi dipinti da Piero della Francesca.