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L’ebbrezza dell’immaginazione

“Semplice e triste come un sorso di scotch”.

Sara Lov

La nostra società si fa sempre più competitiva e violenta. Siamo assuefatti ai rumori stridenti che contraddistinguono le città. Assuefatti ai modi prepotenti che ormai tristemente caratterizzano le relazioni che si intrecciano all’interno delle metropoli. Ma quando guardiamo il volto della persona amata, degli amici, una vecchia foto ricordo; beh in quei momenti tutti gli spigoli della vita sembrano smussarsi.

E’ proprio questa la sensazione che trasmette la musica di Sara Lov, metà del duo dream pop dei Devics (anche se la definizione, ci preme dirlo, è agghiacciante). Dopo esser stata impegnata a duettare con il pianista Dustin O’Halloran, nei Devics appunto, e dopo aver fatto uscire ben quattro album, ora l’affascinante Sara ha dato alle stampe (lo trovate già in commercio dal 3 aprile) il suo primo lavoro solista: “Seasoned Eyes Were Beaming”.

Dieci brani che mantengono le atmosfere tipiche del duetto, ma impreziositi da influenze folk che ne fanno uno splendido album. Un quadro dai toni pastello che vuole raccontare quei sentimenti e quei modi di fare ormai rari e preziosi, contraddistinti dalla gentilezza, dalla dolcezza, ma anche dalla consapevolezza della maturità. Lo sguardo che possono avere quegli occhi maturi del titolo.

Ad aiutarla in questa impresa il produttore Zach Rae (già di My Brightest Diamond e Fiona Apple) e Darrell Thorp (già tecnico del suono di Radiohead e Beck), oltre al compagno O’Halloran che firma con lei ben tre canzoni dell’album: “Just Beneath The Chords”, “New York” e “Animals”. Quest’ultima si avvale anche dell’interpretazione di Alex Brown Church dei Sea Wolf, che accompagna con la sua voce la tenerezza della Lov.

Per usare le stesse parole della cantante, il suo debutto solista è: "Semplice e triste come un sorso di scotch", un disco che riesce ad essere melanconico e ricco di speranza allo stesso tempo, in cui la cantante riesce a sfoderare una grande interpretazione e una voce inconfondibile. Un equilibrio che si snoda come un funambolo tra ricordo ed immaginazione, tipico dei momenti di svolta quando la paura dell’ignoto ci spinge a cercare risposte nel calore della memoria.

Così “Seasoned Eyes Were Beaming” ben rappresenta un punto di svolta per questa artista, che supera la prova egregiamente e dimostra come possa compiere sicura i primi passi da sola. Mostra come si possa ancora continuare a sognare nonostante tutte le amarezze, le brutture e le sconfitte della vita moderna. Come si possano ancora scontrare, incontrare e fondere linea e curva, come la gelida simmetria del cristallo di neve, possa dare un po’ di calore.

L’artista hawaiana sarà impegnata in un tour promozionale che vede ben cinque date italiane: il prossimo 30 aprile al Carcol di Pisa, venerdì 1° maggio a Roma al Circolo degli Artisti, sabato 2 allo Spazio 211 di Torino, domenica 3 all’Hana-Bi di Marina di Ravenna, lunedì 4 alla Salumeria della Musica di Milano.  Appuntamenti imprescindibili per chi vuole trovare un po’ di delicatezza in questo mondo sempre più rude.

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