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È un successo planetario l’album di Susan Boyle

Ha sbancato le classifiche di tutto il mondo con “I dreamed a dream”, album di cover in cui sfida grandi classici come i Rolling Stones o Madonna

Susan Boyle
LaPresse

Se siete tra i pochissimi che non conoscono la sua storia di cenerentola di mezz’età, ve la torniamo con piacere a raccontare. C’era una volta Susan Boyle, una signora scozzese timida e goffa con una gran bella voce. Nata nei primi anni ’60, figlia di un minatore e di una stenografa irlandesi. Alla nascita ha subito un principio di asfissia, problema che le ha lasciato in eredità delle serie difficoltà nell’apprendimento. Per la sua “lentezza” dai compagni di scuola era soprannominata La sempliciotta.

In tutta la sua vita non era riuscita a trovare un lavoro decente, ne’ a sposarsi: la sua unica occupazione era prendersi cura degli anziani genitori e di altri vecchietti della parrocchia; la sua unica compagnia, il gatto Pebbles. Ma la vita di Susan non era affatto vuota, perché lei aveva una grande, travolgente passione: la musica. Susan amava cantare. Aveva un maestro di canto e si esibiva, di tanto in tanto, in locali e karaoke. Dalla metà degli anni ’90 Susan inizia a farsi un nome come cantante ma il successo arriva solo quando, affrontando la sua timidezza e le sue paure, si presenta alle selezioni per lo show televisivo Britain’s got talent.

Il suo aspetto poco curato, il suo vestito fuori moda e la sua goffaggine sulle prime lasciano interdetti giurati e pubblico. Ma quando Susan inizia a cantare, tutti sono rimasti a bocca aperta. E come loro, centinaia di migliaia di utenti di Youtube, che nei giorni successivi all’esibizione hanno guardato il video (che a tutt’oggi si calcola sia stato visto 310 milioni di volte) in cui la signora scozzese cantava I dreamed a dream, canzone tratta dal musical I miserabili.

I dreamed a dream (Ho sognato un sogno) è anche il titolo del primo album di Susan Boyle, uscito alla fine del 2009 e che, dopo essere stato campione d’incassi nel Regno Unito, ha sbancato anche negli Stati Uniti d’America, surclassando concorrenti come Eminem e gli U2. Sono quasi tutte cover, tra le quali spiccano la canzone dei Rolling Stones Wild Horses e quella di Madonna You’ll see. Speriamo che questo meritato successo planetario regali un lieto fine a questa favola che ha appassionato i telespettatori di tutto il mondo.

Susan Boyle – I dreamed a dream (Sony Music Entertainment)