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Dal pop all’opera: Katherine Jenkins

Reginetta dei cantanti crossover, Katherine Jenkins coltiva uno sogno: cantare un’intera opera alla Scala di Milano

Katherine Jenkins
AP

Il palcoscenico dell’opera non è certamente tra quelli più ambiti per un cantante pop:  esigente al massimo e pronto a travolgere un artista con un mare di fischi che scoraggerebbe chiunque. Katherine Jenkins però non sembra avere alcun dubbio. Con audacia dichiara in un’intervista pubblicata sul “Corriere” che cantare in un’opera completa – la Carmen, o le Nozze di Figaro tra le sue preferite – è uno dei suoi sogni da quando, abbandonata un’effimera carriera da modella nel 2000, ha deciso di fare della sua passione per la musica la sua professione.

Da allora la mezzosoprano gallese ha infilato un record dopo l’altro: dopo aver firmato un contratto stellare con la Universal (alla cifra record per un esordio di 1 milione di dollari) e averlo rinnovato per 10 milioni di dollari (altro record), la Jenkins non si è più fermata. Concerti in tutto il mondo, duetti celebri anche con il beniamino mondiale dei crossover (cantanti a metà strada tra il pop e la lirica) Andrea Bocelli – che Katherine indica come suo idolo assoluto – e davanti alle truppe britanniche impegnate in Iraq, otto album con singoli entrati immediatamente ai vertici delle classifiche in Gran Bretagna e quattro milioni di copie vendute, un’autobiografia, “Time to Say Hello”. In questo periodo conduce persino uno show tutto suo sul canale inglese ITV1, una sorta di “Saranno famosi” in versione operistica intitolato “From Popstar to Operastar”, al centro di mille polemiche per le discutibili performance di aspiranti cantanti d’opera provenienti dalla musica pop.

Katherine Jenkins sembra aver già vissuto tante vite, eppure, tra un viaggio e l’altro in giro per il mondo – “l’unico tempo che ho per me stessa è quando sono in aereo”, dichiara nell’intervista – non ha perso di vista il suo obbiettivo: l’opera. Ha già dato prova di avere una voce assolutamente eccezionale e adatta alla musica lirica cantando singole arie tratte da opere celebri, ma cantare un’intera opera senza amplificazione in uno dei teatri europei – La Scala è in cima alla sua lista di desideri – è un’altra storia. In passato ha preso lezioni da Placido Domingo, che è diventato oltre che suo maestro anche suo mentore e amico. E’ da lui che la Jenkins vuole tornare, per far maturare ulteriormente la sua voce e approdare al pubblico dell’opera.

Agli eserciti di puristi che le hanno scaricato addosso critiche di ogni tipo – soprattutto per il suo programma televisivo – la Jenkins risponde che il suo obbiettivo è far avvicinare più gente possibile al mondo dell’opera, soprattutto i giovanissimi: il programma, confessa, “non sarà piaciuto ai puristi, ma alla gente comune, agli spettatori sì”.