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Saba Anglana e la danza sulla linea

Saba Anglana presenta il suo nuovo album, un inno all’acqua che è vita, e promuove la costruzione di pozzi in Kenya e Tanzania per Amref

Saba Anglana

“Questo è il mio destino: per tutta la vita c’è stato qualcuno che mi ha chiesto di scegliere da che parte stare, o di qua o di là” commenta Saba Anglana sorridendo, quando un cameriere al ristorante, evidentemente spiazzato dalla sua posizione a tavola a cavallo tra due sedie, le chiede di star ferma in un solo posto.

Saba però non ha mai davvero scelto, e ha trasformato la sua posizione fluttuante tra confini che altri ritengono insormontabili in arte, in musica e canto. “Io sulla linea ci danzo”, dichiara introducendo ai suoi concerti un pezzo del suo primo album, “Jidka”, che in somalo significa “la linea”. La linea è quella che le attraversa la pancia: di là l’Etiopia della mamma, la Somalia in cui è nata e vissuta negli anni dell’infanzia; di qua l’Italia del papà, il paese che l’ha accolta quando, con la famiglia, ha dovuto abbandonare la sua adorata Mogadiscio all’indomani dello scoppio della guerra dell’Ogaden, alla fine degli anni ’70, quando agli etiopi non fu più possibile restare nel paese del dittatore Siad Barre.

In Italia Saba ha coltivato la sua passione per la recitazione – è apparsa in alcune fiction, tra cui “La Squadra” – ma soprattutto per la musica. Una musica che per Saba è il suo mondo, fatto di contaminazioni vissute sulla sua pelle, ambrata, intrecciate alla sua storia. Da pochi giorni è uscito il suo nuovo album, il secondo della sua carriera, e Saba con il suo gruppo lo sta presentando in giro per l’Italia. “Biyo” è la canzone che dà il titolo a questo nuovo lavoro: “acqua”, in somalo, una parola che richiama significativamente la parola greca “bios”, “vita”.

“L’acqua è vita, è amore”, sussurra Saba dal palco dell’Auditorium di Roma, e dai i tanti palchi che la vedranno impegnata nei prossimi mesi. In questo album, come nella sua vita, c’è di tutto: Somalia, Etiopia, Italia. C’è il Mediterraneo, un mare che troppo spesso si trasforma in sudario per le migliaia di disperati che sfuggono alle guerre e alla fame, ma che “può ancora amare”, come auspica Saba.

L’artista italo – etiope con la Somalia nel cuore ha fatto di più: ha “regalato” la canzone “Biyo” ad Amref, una Onlus che da anni si occupa di progetti di cooperazione in Africa e che ha affidato a Saba Anglana il ruolo di testimonial nel nuovo progetto H2 Gol!, che prevede la costruzione di pozzi in Kenya e in Tanzania con una raccolta fondi che si protrarrà fino all’inizio dei mondiali di calcio 2010, i primi giocati in terra africana, nel Sudafrica di Nelson Mandela.

“La mia canzone sarà la tua canzone, la mia voce racconterà anche la tua storia”: così canta Saba in uno dei pezzi del nuovo album. Il miscuglio di lingue – italiano, somalo, inglese, amarico – che affolla questo lavoro e i suoi concerti riflette la ricchezza del mondo in cui Saba invita tutti a entrare: basta solo “lasciarsi andare”, guardando i confini che separano i popoli come linee sulle quali continuare a danzare.

Val alla rubrica Protagonisti di Stile.it