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Hissa Hilal, poetessa contro il fondamentalismo

Con i suoi versi sulla condizione delle donne nel mondo arabo Hissa Hilal è arrivata in finale nel reality “The Million’s Poet”

Hissa Hilal poetessa saudita
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“Il niqab non mi piace: è un’imposizione, non una scelta. Ma so che se me lo togliessi non avrei l’ascolto e l’appoggio che ho oggi, da donna velata, dimostrando di rispettare le tradizioni. Farmi ascoltare è più importante che mostrare la mia faccia”. Così risponde la poetessa saudita Hissa Hilal a una giornalista che le chiede come mai abbia scelto di apparire in televisione completamente velata per declamare le sue poesie.

Per quanto possa suonare strano ad un pubblico occidentale, uno dei reality di maggiore successo nel mondo arabo, dall’Egitto agli Emirati, è “The Million’s Poet”, trasmesso dalla tv di Abu Dhabi e seguita ogni mercoledì sera da milioni di persone. Non sono ex starlette cadute nel dimenticatoio o anonimi aspiranti showman di provincia a contendersi il premio finale e i favori del pubblico che vota da casa, ma poeti. Quarantotto in partenza, ridottisi a quattro alla vigilia della serata finale. E tra questi quattro lei, la prima donna a raggiungere questo traguardo nelle quattro edizioni dello show, che con i suoi versi inchioda il tradizionalismo alle sue incongruenze e sfida la censura in uno dei paesi in cui la religione musulmana è più piegata alla sottomissione delle donne e alla repressione del dissenso.

Hissa Hilal è una ex giornalista, madre di quattro figli, con una voce melodiosa che declama in versi la difficile condizione della donna nel regno saudita: nelle sue poesie milioni di donne nel mondo arabo ritrovano il dolore di fronte a un divorzio, la frustrazione se ci si rende conto di aver scelto un uomo sbagliato e si capisce che la società non perdonerà quell’errore, la rabbia nel dover sottostare a regole che non si trovano nel Corano ma che vengono ugualmente spacciate come dettami religiosi. Per questa scelta Hissa è stata anche al centro di polemiche e minacce: dopo un suo verso in cui definiva gli imam più conservatori come uomini che “portano la morte come un vestito, serrato con una cintura”, su alcuni forum integralisti si è apertamente discusso della sua eliminazione fisica.

Lei però non si scoraggia: “Mi aspettavo controversie – conclude la sua intervista al quotidiano La Repubblica – ma ho sentito lo stesso il dovere di parlare. Troppe persone vogliono soffocare voci libere. Io spero di poter fare qualcosa. A modo mio”. E cioè con la poesia.

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