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Le tante vite di Sam Taylor-Wood

Sam Taylor-Wood si racconta dopo il suo primo lungometraggio: l’amore, i figli, l’arte, la lotta contro il cancro nella vita di un’artista straordinaria

Sam Taylor-Wood
Foto Copyright AP

Un ex marito gallerista multimilionario, due tumori sconfitti con successo, due figlie, un fidanzato ventenne e un terzo figlio in arrivo. A 43 anni Sam Taylor-Wood sembra aver già vissuto tante vite, mentre osserva sorridente il mondo dalle ampie vetrate del suo atelier di Islington, Londra.

La circondano tante fotografie: una la ritrae accanto a Paul Newman, che Sam si diverte a spacciare per suo nonno, un’altra, in bianco e nero, porta la firma di Johnnie Shand-Kydd, celebre fotografo della BritArt e fratellastro di Lady Diana. Lo scenario dell’intervista rilasciata dalla conceptual artist londinese al settimanale “D di Repubblica” non potrebbe essere più glamour, ed è completato dalla presenza svolazzante di Aaron Johnson, il suo fidanzato da poco ventenne che la tormenta di baci e tenerezze e la accompagna ormai da un anno sui red carpet di tutto il mondo.

Protagonista di “Nowhere Boy” il primo lungometraggio diretto da questa poliedrica artista nota soprattutto per le sue eleganti videoinstallazioni e le numerose amicizie nel mondo griffato, Aaron è per Sam un compagno tenero e ironico. La coppia è stata al centro di mille polemiche: dopo il divorzio consensuale e discreto consumato con Jay Joplin, magnate dell’arte contemporanea inglese, Sam ha scelto di vivere questa nuova storia d’amore allo scoperto, senza finzioni né ipocrisie. “Sono fatta così” – confida alla giornalista italiana – “dico e faccio tutto apertamente, perché penso che quando nascondi qualcosa  sotto al letto, diventa malsano. E comunque se non ne parli tu, lo farà qualcun altro, il che è peggio”.

Protagonista del film è un John Lennon adolescente, alle prese con la fatica di crescere in un ambiente complicato e segnato dalla presenza di due donne, la severa zia, Mimi Smith, e la madre scapestrata, Julie Lennon, che lo lascia da bambino e lo ritrova qualche anno dopo, in tempo per insegnargli l’amore per il rock prima di morire in un incidente stradale. Il film, tratto dal libro “Imagine: Growing Up With My Borther John Lennon” (scritto da Julia Baird, sorellastra di John) ha ricevuto la benedizione di Yoko Ono e di Sir Paul, ed è stato applaudito nei festival di mezzo mondo.

Sam Taylor-Wood ne parla come di qualcosa che “doveva fare per forza”: letto il copione, ha subito sentito sua quella storia quasi normale di un adolescente destinato a diventare straordinario, una storia che rifletteva anche parte della sua biografia, dall’infanzia difficile, segnata dall’assenza dei genitori che hanno abbandonato lei e i due fratelli a una vita da adulta vissuta all’insegna dell’arte, del lusso e della provocazione.

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