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Trash Top Ten

Nell’inedia dei palinsesti estivi, azzardiamo una sorta di gioco

Barbara D'Urso

Come un Blob, ma meno raffinato di quello di Enrico Ghezzi, fatto di uno strano mix tra websurfing, ricordi e piccoli furti, riportiamo, qualche strana classifica della stagione tv da poco conclusa.

Di dovere, si inizia dai TeleRatti 2010, premio “alla peggiore tv dell’anno”, ideato dal blogger televisivo Davide Maggio e assegnato da una Giuria di Qualità composta da 28 firme dei più diffusi quotidiani. Da classifica, è plebiscito per Barbara D’Urso regina del trash, che, con le trasmissioni da lei condotte, porta a casa ben 5 premi. Augusto Minzolini, direttorissimo del Tg1 scippa il titolo “Personaggio più fazioso” a Michele Santoro, mentre Emanuele Filiberto è il “Miracolato dell’Anno”, ovvero colui che meno ha meritato un posto nello show-biz. Il “Peggior Programma Satellitare” è, a partire dal titolo, S.O.S. Patata e, per contrasto, il “Peggior Spot Pubblicitario”, è Prex, rosario elettronico.

Da Televisionando scopriamo invece la classifica più lugubre: la rivista EW, ha stilato la top 20 delle morti più orrende della tv. Vince quella di Omar Little di The Wire, che, dopo essere sopravvissuto a di tutto, viene ucciso per mano armata di un adolescente. Lo shock per il pubblico sta tutto qui. Solo al 14° posto, però, c’è “una” morte che riteniamo da podio: quella, ad ogni puntata, di Kenny di South Park. Irresistibile.

Il sesso fa sempre audience, quindi, perché non spingerlo al limite? Ecco che, secondo www.news.com.au, aver immaginato che a Kate e Sawyer di Lost venisse proprio quel pruritino rinchiusi dentro una (comoda) gabbia, fosse il top dell’hot.

Liti e risse in tv non si contano, le parolacce sono trendy ma non tutto è reality: signori e signore, un po’ di classe ci vuole! Ecco perché, si scopre che il “ma vada a farsi f…” di Massimo D’Alema al vicedirettore de Il Giornale, Sallusti, abbia particolarmente colpito il pubblico. Sarà stato perché gli ha dato del “lei”?

Invece, per sbellicarsi proprio dal ridere (ma con retrogusto agro) e scoprire il turpiloquio della politica, basti visitare il blog di Vito Tartamella, La Parolaccia.

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