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Il buon gusto di mangiare con le dita

Gastronomia e finger food: tra un voul au vent, il pomodorino ripieno, un microinvoltino e il miniappetizer. Per leccarsi i baffi occorre muoversi in punta di dita

Vassoio Mangier
Vassoio Mangier by Stephanie Marin

Gli happy hour e aperitivi in cui è vietato usare le posate, non sono per nulla momenti di cafoneria, ma, tra ritorno alle origini (il mangiare con le mani), informalità e design, un vero trend. Alla Fiera di Padova, infatti, in concomitanza con TECNO&FOOD, nel febbraio 2012 si svolgerà il 3° Campionato Nazionale e il 1° Internazionale di Finger Food “Chef in punta di dita”. I designer, poi, sembrano sempre più interessati a creare accessori per non rinunciare allo stile anche quando la tentazione è…succhiarsi le dita!

Come divertite etologhe, Alessandra Mantovani e Eleonora Barbareschi dello studio AMeBE devono aver osservato attentamente i comportamenti degli “assaggiatori” da aperitivo prima di creare una serie di accessori ad hoc e pluripremiati. Funzionale, igienico e semplice è Stopping, stuzzicadente (o forchettina) travestiti da tappo per bottiglia, con doppia funzione; divertenti, provocatori e maliziosi sono i Finger-Dip, colorati ditali in lattice naturale, premio Red Dot Product Design Award 2010 ; comodo e smart è Tino, piatto di plastica con foro al centro per infilarci il collo di una bottiglia, lasciando quindi libera l’altra mano…e ben cinque dita!

Oltre l’etichetta, il piacere di mangiare con le dita è anche il ritorno al gesto istintivo di usare le mani come strumento connesso alla bocca. Da questo istinto originario e naturale nasce Mangier di Stephanie Marin , particolare vassoio per ricevimenti in legno naturale di faggio, il cui design si ispira ad un altro simbolo di vita, l’albero. Su una solida base, infatti, spunta una piccola foresta di “rami” a diamentro variabile, in cui infilare il cibo che così, simbolicamente, va raccolto.

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