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#In un tweet

La sfida lanciata da Sky: raccontare una serie in 140 caratteri. #Twittaserie è già mania.

#twittaserie

Già con Beautiful LAB, LABoratorio giornalistico che ricorre ai “disegnini” per sbrogliare con semplicità, efficacia e adorabile cinismo i LABirintici rapporti tra Fini e Berlusconi, o tra la FIAT e i sindacati, o, ancor più estremo, si offre di fare finalmente il punto su matrimoni e divorzi tra i protagonisti di Beautiful, Sky.it (insieme alla agenzia Effecinque) aveva conquistato la rete ironizzando, tra le altre cose, sulla necessità compulsiva dell’internauta di ridurre tutto in pillole, di assimilare il maggior numero di informazioni possibili alla velocità di un clic. L’esperimento metteva soprattutto in luce il vulcanico potenziale creativo iscritto nel dono della sintesi. Lo stesso dono che va mostrato all’ingresso per accedere al mondo di Twitter.

Sei minuti circa di filmato erano il format del LAB, ma si può fare di più, anzi di meno, si può aspirare a comprimere tutto in 140 caratteri. Probabilmente è così il magazine online di Sky ha concepito l’idea, molto divertente, di promuovere #TwittaSerie, che nel giro di qualche giorno ha sbaragliato la classifica dei trending topics e si è trasformato in uno degli hashtag più utilizzati al momento dagli utenti italiani.

Missione: descrivere la trama di una serie tv con lo scarno spazio a disposizione. Spazi inclusi. Un gioco che richiede fantasia, abilità, intuizioni felici e che ha rastrellato followers in ogni angolo, aprendo uno squarcio su un universo di aforismi irresistibili per i fan della narrazione seriale che paradossalmente lavora sul concetto inverso.

Qualche esempio?

C’è Brandon che interpreta Charlie Sheen #twittaserie #callmefitz
Kenny muore. Sempre. #twittaserie #southpark
Agli Stark spade e bastoni, ai Lannister coppe e denari #twittaserie # iltronodispade

Ma vi consigliamo di somministrare i post con cautela. Scatenano dipendenza.