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Ansia da Champions? Per la scienza si vince così

Battere l’avversario è una questione di testa; ecco i consigli su come affrontare il match del secolo dal punto di vista dei campioni

Tifoso
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La partita più importante ed esterofila della stagione si avvicina insieme a gioie e dolori di un appuntamento che vedrà schierate due delle squadre più forti del mondo. Da un lato la Juventus, dall’altra il temutissimo Barcellona, da sconfiggere sotto il cielo di Berlino, il prossimo sabato 6 giugno. Eppure, la sfida può essere affrontata in più di un modo dal punto di vista psicologico. C’è chi crede nel potere del fato, chi nell’efficacia della preparazione fisica, oppure chi, affidandosi alla scienza della mente, rintraccia il giusto atteggiamento mentale da assumere per vincere. E’ questo il caso dello psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, ha stilato una lista di punti e atteggiamenti emotivi e psicologici, da fare propri per portarsi a casa la coppa. 

Una finale di Champions League si gioca con il vento in poppa dal punto di vista emotivo, perché già si vive concretamente l’atmosfera della grande impresa – spiega Michele Cucchi – Se poi non si parte come i favoriti, come nel caso della Juventus, le cose si mettono ancora meglio, almeno dal punto di vista psicologico. Un aspetto infatti che rende difficile giocare bene una partita sono le aspettative: avere il dovere di vincere rende fragili psicologicamente, perché ci mette con le spalle al muro avendo tutto da perdere. Pensare invece di poter vincere, sicuri di aver fatto tutto il possibile per giocarcela, ci rende estremamente forti. Sappiamo che quando ci siamo presentati a questa competizione come sfavoriti, perché distratti dal calcio scommesse o dalle polemiche, abbiamo dato il meglio. Quindi la prima regola è giocare a testa alta, consapevoli che l’avversario è tra i migliori; rispettiamolo ma non temiamolo, non abbiamo nulla da perdere”. Consigli utili sul campo calcistico, ma anche nella vita, dove si rivelano più preziosi che mai. 
 
1. Non è forte chi non sbaglia mai. 
L’infallibilità non è sinonimo di capacità. E’ forte e riesce a controllare le sue prestazioni chi si concede mentalmente di poter sbagliare e si confronta continuamente con i propri limiti, riconoscendoli e cercando di superarli.
 
2. Sicurezza in campo
E’ fondamentale nel pre-partita alimentare la convinzione che è inutile immaginare cosa succederà, mentre la vera convinzione deve emergere dal fatto che le risorse che si cercano per arrivare alla vittoria sono dentro di sé. 
 
3.Improvvisare con coscienza
Per rilassarsi i componenti della squadra, dai giocatori all’allenatore, hanno a disposizione numerose valide tecniche. Queste però non vanno improvvisate, perché rischiano di ottenere l’effetto opposto se non adeguatamente preparate durante l’anno: la mindfulness e il training autogeno sono molto utili se praticati con coscienza e basi teoriche scientifiche.
 
4. La rabbia, quella giusta dose
Nell’ottica di affrontare al meglio la finalissima, i bianconeri dovranno far emergere le emozioni che favoriscono la lotta fisica e la prontezza mentale al combattimento, quali la rabbia, il furore agonistico e la voglia di vincere. 
 
5. Ogni campione ha il proprio rifugio
Ogni giocatore predilige un particolare modo per prepararsi mentalmente alla gara più importante: chi cercherà rifugio in qualche compilation RAP, chi si caricherà rimanendo in silenzio, chi aumenterà i momenti di aggregazione e goliardia. Tutti vanno accettati, purché ciascuno scelga la propria via consolidata.
 
6.Pensare troppo fa male
A volte usare troppo l’immaginazione fa brutti scherzi. Concentrazione e consapevolezza dei propri mezzi fanno sì che pensare non serva più: nelle ore prima della partita bisogna solo alimentare la convinzione che è inutile immaginare cosa succederà e focalizzarsi sull’incontro.
 
7. La fortuna aiuta gli audaci
Spesso negli appuntamenti sportivi decisivi emergono le personalità forti, in grado di rendersi protagoniste anche di sfacciataggine, supponenza e incoscienza. In molti casi questo fattore aiuta molto, purché queste persone siano in grado di lavorare bene e con umiltà sul campo in allenamento.
 
8. Il leader deve guidare il branco
Massimiliano Allegri dovrà tirare fuori il meglio dai propri giocatori e individuare  chi dovrà mostrare di essere un vero leader in campo, capace di guidare i compagni del “branco” e scacciare  le insicurezze degli elementi più fragili.
 
9. La fortuna di essere sfavoriti
Dal punto di vista psicologico essere considerati sfavoriti può rappresentare un vantaggio. Infatti le aspettative troppo elevate possono rendere più difficoltosa l’interpretazione della partita, e questo potrebbe essere un punto a sfavore dei blaugrana. 
 
10.Il fondamentale ruolo del mister
Il compito di mister Allegri sarà quello di trovare l’alchimia giusta tra la rabbia, la tensione sportiva e la lucidità, quel mix che porta a essere grandi negli appuntamenti più importanti. L’allenatore toscano dovrà trovare lo spazio mentale per far rimanere fermi i propri calciatori e liberare la mente dall’impeto, almeno all’inizio del match.
 
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