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Digiuno intermittente: ad ognuno il suo

La dieta dà i numeri: il digiuno ad intermittenza dovrebbe seguire alcuni criteri

digiuno intermittente
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Anche le diete seguono le tendenze. In base alla stagionalità, alle ‘scoperte’ più o meno scientifiche (che a qualche nutrizionista sono costate la radiazione dall’albo), ai metodi che più sembrano cavalcare le esigenze del momento. Tra esse, quella del digiuno intermittente, sulla cresta dell’onda già da un po’. Si tratta di un tipo di regime che richiede di digiunare per alcuni periodi e permette di mangiare in altri. Quello che non tutti sanno è che ad ogni stile di vita dovrebbe corrispondere una precisa tipologia di intermittenza. Spieghiamoci meglio.

La dieta del digiuno intermittente deve seguire un preciso protocollo per essere efficace. Differenti approcci che implicano differenti finestre temporali in cui mangiare e in cui digiunare. Naturalmente negli spazi in cui è permesso mangiare occorre farlo in modo sano, ma per quanto tempo viene richiesto il ‘sacrificio’ del digiuno? Dipende dallo stile di vita, racconta un nutrizionista, Rob Hobson, al Daily Mail.

Quale digiuno intermittente fa per te?

Uno dei protocolli più diffusi è il cosiddetto 16:8. Esso prevede di mangiare in una finestra di tempo di 8 ore al giorno, e di digiunare per 16. Per esempio, non si tocca cibo dalle 20 alle 12 del giorno successivo. E’ un protocollo molto diffuso tra coloro che vogliono mettere massa muscolare. Ma secondo Hobson è anche l’ideale per… mamme e papà dalla giornata vissuta di corsa. Saltare colazione la mattina non dovrebbe essere troppo complicato visto i minuti contati. Mentre cenare molto presto la sera è utile per i bimbi che devono andare a letto. Insomma il digiuno intermittente 16:8 dovrebbe adattarsi alla vita dei genitori ultra impegnati.

Chi ha una vita sociale molto attiva invece può dedicarsi al protocollo 6:1. Ovvero, mangiare 6 giorni a settimana e digiunare completamente in 1. Uscire ogni sera rende difficile non mangiare o stuzzicare qualcosa, tanto meglio regolarsi in modo da ritagliarsi un giorno senza cibo. Naturalmente durante gli altri giorni non ci si può strafogare di patatine. Invece le persone molto casalinghe – con una buona forza di volontà – possono optare per il regime 5:2, ovvero due giorni di digiuno a settimana. Non preoccupatevi, non si tratta di digiuno completo, si possono assumere poche calorie (circa 500-600) per evitare malesseri e improvvisi cali di pressione.

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