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Studiare a vita non protegge dall’Alzheimer

Per avere un cervello sano e prevenire il declino cognitivo bisogna investire nell’educazione in età adolescenziale

prevenire la demenza
Courtesy of©Deagreez/iStock

Andare all’università, avere un lavoro o un hobby mentalmente stimolante può fare ben poco per prevenire la demenza senile. A svelarlo, stando a quanto si legge sul Daily Mail, è stato uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California. A loro avviso, infatti, è importante investire nell’educazione durante l’adolescenza (fino all’età di 20 anni). Così facendo sarebbe possibile mantenere il cervello sano e più resistente ai processi neurodegenerativi. Come, ad esempio, l’Alzheimer.

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Come prevenire la demenza

Avere un alto livello di istruzione non è dunque sufficiente per mantenere la mente allenata e ritardare il manifestarsi del declino cognitivo. Al fine di giungere a questa conclusione, che contraddice molte delle ricerche condotte in precedenza, gli esperti hanno effettuato un test. Hanno chiamato in causa più di 1.000 uomini che prestavano servizio nell’esercito negli Stati Uniti tra il 1965 e il 1975. Le reclute erano state sottoposte a un test del QI che è stato poi ripetuto una volta raggiunta l’età di 62 anni.

Formarsi a 20 anni aiuta ad avere un cervello più sano

Gli scienziati hanno poi verificato se i partecipanti avessero aggiunto al loro curriculum, durante il periodo intercorso tra i due test, ulteriori titoli di studio e se si fossero impegnati in altre attività intellettualmente impegnative. Cosa è emerso? Le eventuali attività svolte dopo i 20 anni hanno influito per meno dell’1% sulle capacità mentali rilevate in età avanzata. I risultati del test del QI effettuati invece in età adolescienziale, hanno influito per il 40% sulle capacità mentali riscontrate una volta raggiunti i 62 anni.

Secondo i ricercatori dunque, le capacità cognitive di coloro che ricoprono una posizione che richiede un particolare impegno mentale, erano già emerse da giovani. Ed è proprio questo che ha agito come fattore protettivo. Gli autori hanno dunque concluso dicendo che migliorare la qualità educativa in età adolescenziale può essere importante. Aiuterebbe a ridurre il declino cognitivo nella vita futura. Nonché il rischio di demenza.

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