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Effetto Nemo: ecco i film che aiutano a proteggere gli animali e la natura

Una ricerca dimostra che i film sugli animali fanno bene alla conservazione delle specie

Lo chiamano “Effetto Nemo”, la spinta ad acquistare le specie animali protagoniste dei film di maggior successo al botteghino. Il termine prende ovviamente il nome dal classico Pixar Alla ricerca di Nemo, e dal suo sequel Alla ricerca di Dory. Ma non si riferisce solo alle specie marine. Parliamo anche degli animali di Harry Potter (salvo l’Ippogrifo e tutti gli Animali Fantastici, crediamo). Di quelli di Zootropolis, film d’animazione Disney che vede una volpe e un coniglio indagare insieme. E delle sempreverdi tartarughine che danno origine ai quattro valorosi eroi di Tartarughe Ninja.

La teoria dell’Effetto Nemo suggerisce che, quando questi animali vengono messi in vetrina, il pubblico non resiste alla tentazione di acquistarli per davvero. Mettendo a rischio la conservazione di tali specie. Una preoccupazione talmente condivisa da aver spinto diversi biologi e associazioni animaliste a chiedere ai consumatori di non acquistare pesci chirurgo blu, la specie di cui fa parte Dory.

Ma una ricerca della Oxford University ha dimostrato che queste preoccupazioni sono in realtà infondate. E che le campagne si basano su dati opinabili. La ricerca ha impiegato dati ricavati da Google Trends ed esaminato gli acquisti di pesci ornamentali da parte dei principali importatori americani. Concludendo che l’allarme è fabbricato ad arte.

L’Effetto Nemo non esiste.

“Pensiamo che queste narrazioni siano così convincenti perché basate su evidenti connessioni causali plausibili. Riferite ad eventi di alto profilo”, ha detto il capo della ricerca, Diogo Veríssimo. “Alla ricerca di Dory è uno dei film d’animazione di maggior successo della storia”.

“La mia esperienza”, continua Veríssimo, “suggerisce che il comportamento umano sia difficile da influenzare, particolarmente su larga scala. Mi pareva improbabile che film come Alla ricerca di Nemo, Alla ricerca di Dory e la saga di Harry Potter potessero realmente generare picchi nella domanda delle specie”. “I nostri risultati suggeriscono che l’impatto dei film sia limitato in termini di acquisto di animali su larga scala”.

Ma qui arriva il colpo di scena. “C’è, al contrario, un evidente effetto in termini di ricerca di informazioni. Il che significa che i media giocano davvero un ruolo importante nel rendere prominente la conservazione degli animali e della natura”. Ancora una volta, la scienza dimostra che incolpare il cinema e la TV dei nostri mali non ha senso.

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