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Intramontabile Bauhaus: le sedie per portare a casa l’arte

A circa cent’anni dal manifesto programmatico questo stile semplice ma d’avanguardia è ancora presente nelle abitazioni

Bauhaus
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Nella primavera del 1919 circolava per le strade di Weimar un volantino che informava il pubblico dell’imminente apertura di una nuova scuola. Essa prevedeva di unificare l’Accademia delle Belle Arti e la Scuola di Artigianato Artistico sotto la denominazione di Bauhaus. Nel volantino un manifesto programmatico faceva appello ad una nuova opera d’arte unitaria. Un’arte ripensata per una nuova architettura. Un’architettura che riuniva le diverse manifestazioni dell’arte per dare forma ad un’arte popolare e collettiva.

Così fino al 1933, anno della chiusura, la nuova scuola formò importanti pittori, architetti e designer. La Bauhaus regalò quindi alla collettività un grande progetto di innovazione. Inglobava anche le arti applicate e gli oggetti di uso quotidiano come ad esempio le sedie. Molte delle felici realizzazioni nate nella scuola sono ancora oggi in produzione. Sono, infatti, numerose le aziende che realizzano gli originali modelli della Bauhaus. È il caso della sedia Wassily della poltrona S 533  e dell’iconica Sedia Rossa e Blu: vere e proprie opere d’arte che si sono ritagliate il loro spazio nei percorsi espositivi di importanti musei.

La più celebre della Bauhaus

La famosa sedia in acciaio e tessuto “Wassily” scaturisce dalla fantasia di Marcel Breurer. Ex-studente della Bauhaus Breuer fu direttore del laboratorio di falegnameria della scuola. La sedia inizialmente chiamata Modello B3 rientra nella serie di arredi in tubolari d’acciaio creati dall’artista e prodotti ancora oggi. La sedia era rivoluzionaria per i suoi materiali, ovvero il tessuto Eisengarn, prodotto con un filato di cotone trattato con cera e tubi di acciaio nichelato piegato. La sedia era rivoluzionaria anche nei metodi di produzione. I materiali necessari per il suo assemblamento erano reperibili in grande quantità. Un modello di questa sedia è attualmente conservata al Centre Geoges Pompidou di Parigi.

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Eleganza senza tempo e comfort della poltrona

La tendenza a ridurre la struttura a pura essenzialità tecnologica è la caratteristica principale dei progetti di Ludwig Mies Van Der Rohe. Una caratteristica riscontrabile nella sedia S 533 in cui si manifesta un uso volutamente limitato di materiali, eleganza delle linee, trasparenza nell’effetto. La maggior parte delle creazioni degli anni ’20 erano sobrie e funzionali. In questa sedia è invece palpabile la cifra stilistica dell’architetto direttore del Bauhaus dal 1930. Presentata al pubblico nel 1927, la sedia S 533 sposa, infatti, funzionalità e comfort con un’estetica senza tempo.

Bauhaus
S 533 R di Thonet

La Sedia Rossa e Blu di Rietveld

Fra il corpo docente della Bauhaus era presente anche Theo van Doesburg, teorizzatore assieme a Mondrian del movimento del Neoplasticismo. Gerrit Rietveld ne fu autorelove rappresentante. Come per la Bauhaus anche il Neoplasticismo, De Stijl in olandese, accantonava la distinzione fra le arti. Il risultato fu la sedia rossa e blu che raccoglie in se i principi figurativi dell’arte di Mondrian. E’ realizzata con struttura in faggio tinto nero con sedile blu e schienale rosso in multistrato laccato. Le sue linee e i suoi piani sono organizzati in una composizione verticale-orizzontale, collegandosi l’un l’altro senza alcun incastro. Proprio per questo anche la sedia Rossa e blu si è ritagliata il suo spazio al Museum of Modern Art di New York.

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