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Siviglia. Primavera andalusa

Siviglia in primavera si traduce con una parola sola: fiesta. Dalla Semana Santa alla Feria de Abril, la capitale andalusa porta nel suo centro storico il folklore più tipico della sua terra.

Siviglia Feria de Abril
©Consorcio de Turismo de Sevilla

Poche celebrazioni al mondo mantengono viva una tradizione così vivida come le feste che si svolgono a Siviglia nel periodo primaverile: la Semana Santa (dal 16 al 23 marzo) e la Feria de Abril (dal 7 al 13 aprile). Dichiarati d’Interesse Turistico Internazionale, questi festeggiamenti portano sulle strade della capitale andalusa qualcosa in più che un semplice momento di spettacolarità devozionale, e richiamano ogni anno milioni di visitatori.

La storia della Semana Santa sivigliana affonda le radici nel XVI secolo e già a quel tempo il coinvolgimento rituale era di notevoli dimensioni. Oggi sono circa 50 mila le persone che indossano i costumi tradizionali e sfilano nelle 58 processioni organizzate che si svolgono ogni giorno, di sera e durante la notte. Il momento tipico è il trasporto in spalla, da parte dei “costaleros” (membri delle confraternite), delle statue religiose, i “pasos”. Si tratta di statue barocche di grande valore artistico, adornate di corone d’argento e d’oro, mantelli ricamati e tuniche di velluto (i “mantones”) che lasciano scoperti solo volto e mani. I membri delle 58 confraternite della città si vestono da “nazarenos”, con cappuccio, tunica e mantello di tradizione medioevale, e con lo stemma di appartenenza percorrono le vie del centro storico.

Ciascuna confraternita segue il percorso prestabilito, quella che viene chiamata “sezione ufficiale” e che parte da Calle Campana e termina nel passaggio nella bellissima Cattedrale, simbolo della città Andalusa e Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alla Giralda, all’Alcazar e all’Archivio delle Indie che completano il quadro del centro storico sivigliano, proprio a due passi da Santa Cruz, il quartiere più caratteristico della città. Vero spaccato di anima andalusa sono i “saetas”, brani di flamenco e invocazioni popolari cantate a cappella dai balconi in onore delle statue.

Durante la notte del Venerdì Santo – il momento più solenne di tutta la Semana – vengono portate per le vie cittadine le statue più venerate: Jesús del Gran Poder, la Macarena, la Esperanza de Triana e il Cristo de los Gitanos.  Assistere a questi momenti, dato l’affollamento e la grande partecipazione di locali e turisti, può essere difficile, ma vale la pena non sconfortarsi e guadagnare qualche angolo lungo il percorso dove si possono ammirare le statue al loro passaggio.

Se si vuole andare sul sicuro, ci si può riservare un posto contattando il Consejo Superior de Hermandades y Cofradías (Associazione delle Confraternite) al numero  telefonico 902 995 275, o tramite il loro sito Internet. Si può solo immaginare come una città di per sé affascinante come Siviglia, diventi ancora più magnetica nei giorni di queste celebrazioni. Santa Cruz e gli altri quartieri si riempiono di storia e di folklore, tra sacro e profano. Impossibile non soffermarsi sulla sontuosa Piazza di Spagna con le sue decorazioni in ceramica policroma, e non venire travolti dalle dinamiche notturne della movida sivigliana nel quartiere boemo di La Macarena, in quello artigiano e marinaro di Triana, oppure in quello torero de L’Arsenal. Qui si trovano la Plaza de Toros de la Real Maestranza de Cabellería, una delle piazze più emblematiche di tutta la Spagna. 

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