Pubblicato il

A tu per tu con Eva Riccobono

La modella 25enne debutta sul grande schermo nel film “Grande, grosso e… Verdone”. Ironica, intelligente e bellissima, si confessa a stile.it

Eva Riccobono

Sei nata a Palermo nell’83, che facevi prima di fare la modella?
“Facevo il linguistico e giocavo a pallavolo, poi mi sono rotta i legamenti… e anche le scatole. Per caso ho fatto i primi editoriali in Sicilia e poi sono partita per Milano. Fuggivo da una storia che durava dai 13 anni. Ero depressa, mi sentivo stretta a Palermo”.

Quanti anni avevi?
“Ero già “vecchia”. Oggi s’inizia a 14 anni, io ne avevo 19”.

Avevi mai pensato di fare l’attrice?
“No, mi sono improvvisata… e si vede! Avevo già ricevuto proposte, ma niente di fatto. Poi a luglio mi ha chiamato Carlo Verdone. Non pensavo di essere presa ma ero curiosa”.

Come ti sei trovata con Verdone?
“A mio agio. Io insistevo: “Sei sicuro? E se ti rovino il film?”. E lui: “Fidati”. Io mi fidavo, ma non di me! La responsabilità – dicevo – è tua”.

Ti ha aiutato ad entrare nel ruolo di Blanche?
“Il primo giorno si girava l’ultima scena, sul letto. Imprinting imbarazzante risolto con grandi risate: lui mi aiutava imitando Blanche”.

Sei diversa da Blanche?
“Agli antipodi. Nonostante l’aspetto algido, sono una giocherellona: se mi piace qualcuno, uso l’ironia, mentre Blanche seduce”.

Come convivono le tue metà, tedesca e siciliana?
“Sono nata da madre tedesca e cresciuta in ambiente siciliano. Oggi ho l’apertura e la precisione dei tedeschi unita al rispetto della famiglia preso dalla mia terra”.

Eva, cosa pensi del mondo delle passerelle?
“Oggi non esistono più le grandi ‘top’. Siamo molto carine truccate ma con jeans e t-shirt sembriamo scolarette. Però la moda mi ha dato molto. In Sicilia ero complessata: troppo magra, poco seno. Mi dicevano che dovevo ingrassare, non mi sentivo parte di nessun “club”. A Milano mi sono sentita accettata”.

Che idea ti sei fatta del cinema? Lo preferisci all’ambiente modaiolo?
“Un solo film non basta al paragone. Posso dire che lo staff era disponibile e gentile. Certo, anche il cinema ha cattiverie e competizioni, ma ti dà una vita più lunga”.

Che rapporto hai con le altre modelle?
“Odio la competizione. All’inizio la soffrivo per la troppa fortuna: subito un’esclusiva Dolce e Gabbana, poi Valentino e così via… Ero temuta, subivo cattiverie. Col tempo ho sviluppato un senso materno: aiuto le nuove arrivate, do consigli”.

Pensi che oggi, grazie all’esempio di Carla Bruni o Naomi Campbell, l’idea comune di modella sia cambiata?
“Purtroppo no. La modella resta bella e cretina. A parte che i cachet non sono più quelli di una volta, non hai il tempo di diventare una top che ti rimpiazzano. Poi se sei italiana sei una sfigata. Kate Moss fa di tutto ed è la star di Londra, ma se io vengo arrestata di certo non divento come lei”.

Pensi di influenzare l’adolescente complessata?
“Non molto, guardano più le veline che noi che dobbiamo vendere un capo, un oggetto del desiderio. Ma l’estetica è sbagliata. Non lo puoi mettere ad una 14enne! Chi compra sono le donne non le bambine. Hai voglia a dire anoressia, ma quale anoressia! A 14 anni che forme vuoi avere! Poi a 17 smettono perché crescono e non vanno più bene”.

E la campagna Nolita contro le modelle scheletriche?
“Toscani fa pubblicità e punta allo scalpore. Ma il problema dell’anoressia non sono le modelle, il desiderio di bellezza non c’entra. A scuola ero io la complessata, non le compagne con la terza di seno, molto più corteggiate di me”.

Non segui alcun regime alimentare?
“No, se dovessi ingrassare rimarrei grossa. Non sono fatta per la dieta, e mangio come un mostro, anche se questo fa arrabbiare chi mi sente”.

Ti piacerebbe finire a Hollywood come la Cucinotta o la Bellucci?
“Non so se vorrò fare l’attrice. Forse per il cinema francese, con altri ruoli. Ma non è lo scopo della mia vita, non voglio fare gavette”.

Qual è il tuo scopo?
“È il mio cruccio. Da un lato sono pentita di non aver fatto Medicina, era il mio sogno. Dall’altro ho raggiunto soddisfazione ed uno standard di vita diverso”.

E i valori della tua terra?
“Mi rendono poco gestibile sia come modella che come attrice, lavori “bastardi” che un giorno ci sono e l’altro no. Non sono disposta a mettere la carriera davanti a tutto. Sono “superbacchettona”, ho avuto poche storie durature. Ora convivo da 4 anni”.

Che cosa pensi della tua isola?
“Meravigliosa. Le persone sono bellissime ma c’è l’handicap del lavoro. Se potessi fare il mio vivendo lì lo farei. Abbiamo tutto: mare, montagna, cibo, sembra sempre vacanza. Ma la gente tende a scappare, costruire altrove e magari tornare”.

E del fatto che all’estero sia sinonimo di Mafia?
“Almeno non vengono troppi turisti a rovinarla! A New York spesso dico: “Attento a come ti comporti che sono siciliana” e trovo chi ci crede! Penso che la Mafia sia nei grandi poteri, a Roma, Milano. Il padrino non esiste più e i siciliani non sono più sottomessi. Resta la mentalità mafiosa, ma le cose sono cambiate”.

Sempre dell’idea di non andare a votare?
“Purtroppo sì. Io amo l’Italia e ci lavoro nonostante il fatto che siamo una popolazione provinciale, ma sono stanca e delusa. All’estero ridono della nostra politica, siamo un terzo mondo. Vorrei una persona che tuteli i cittadini e non le proprie tasche e in Italia non c’è. Il non-voto è un segno di ribellione”.

Progetti per il futuro?
“Sto nel mezzo. Continuerò con la moda, ma dopo 6 anni vorrei altri stimoli. Ho proposte allettanti su cui sto riflettendo. Ma prima di lasciare un messaggio devo capire”.

Potrebbe interessarti