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L’autunno caldo delle operaie

Sono due giovani donne le protagoniste di “Dita di dama”, libro di Chiara Ingrao che racconta gli anni ’70: allegri, feroci e velocissimi

Operaie in fabbrica
Foto LaPresse

È una storia che sembra lontana anni luce quella che racconta Chiara Ingrao nel suo ultimo libro, eppure solo quarant’anni ci separano dagli avvenimenti che la scrittrice, ex sindacalista, descrive in “Dita di dama”. Nel romanzo si intrecciano le storie di due donne, Maria e Francesca, amiche fin dall’infanzia ma che dalle famiglie sono destinate, entrambe contro la propria volontà, l’una al lavoro in fabbrica e l’altra agli studi universitari di legge.

Le dita di dama sono quelle di Maria e delle sue compagne operaie nella Voxson, fabbrica di televisori alla periferia di Roma in cui sono le mani delicate delle donne che intrecciano i cavi e i microscopici circuiti. A raccontarne le vicende è sua cugina Francesca, che rimembra dal presente dei nostri giorni i momenti nei quali le due ragazze si ritrovano a far parte della Storia: la strage di piazza Fontana, il referendum sul divorzio, i moti di Reggio Calabria, la battaglia per l’aborto…

Episodi nei quali la studentessa paradossalmente si ritrova ad invidiare il protagonismo della lavoratrice. Dalla fine del ‘69 infatti, si apre una stagione caratterizzata dalla centralità nell’immaginario collettivo della classe operaia, che dopo un autunno di lotte (quello che verrà ricordato come “l’autunno caldo”) arriva a conquistare il nuovo Statuto dei lavoratori.

E la storia di Maria è il racconto appassionato di un’emancipazione che passa attraverso l’inferno della catena di montaggio e dei suoi ritmi alienanti, dalla quale la salvano la complicità con le compagne, l’amore per Peppe, un giovane e timido marcatempo (controllore della velocità del lavoro) e infine l’attivismo come rappresentante sindacale, che le dà la voce e l’autorità per decidere della sua vita.

Anche se la nostra generazione ha vissuto senza rimorsi il tramonto del fordismo e si barcamena rassegnata nella precarietà, è impossibile non provare un brivido d’emozione al racconto di Maria che scopre la piazza nella storica manifestazione dei metalmeccanici del 28 novembre, in cui la giovane sente esplodere quell’afflato collettivo che già era parte del vissuto suo e delle sue compagne dentro le quattro mura della fabbrica. “Dita di dama” ha il pregio di riportarci a quegli anni allegri e feroci nei quali fu realtà l’illusione collettiva di poter cambiare il mondo.

Titolo: Dita di dama
Autore: Chiara Ingrao
Edizioni: La Tartaruga
Prezzo: 16,50 euro