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Cyop&Kaf: La street art si trasferisce in galleria

Cyop e Kaf , i due street artisti napoletani che da anni animano i muri della città, trasportano il loro repertorio “orrorifico” su ceramica raku.

Cyop&Kaf

Dai sobborghi di Torre Annunziata, alle sale della galleria: Cyop e Kaf, i due mitologici artisti di strada partenopei, inaugurano la mostra “Fuoco” presso della galleria Overfoto di Napoli. Per l’occasione vengono mostrati al pubblico alcune decine di esemplari di ceramiche “raku”, pezzi artigianalissimi, cotti nel fuoco rovente, mediante un’antica tecnica di lavorazione giapponese.

I due artisti ripongono bombolette spray, stancil e pennarelli e tornano a bottega: ad attirare la loro incontenibile creatività non sono più né i muri dei palazzi, nè tantomeno le tele. La ricerca dei due artisti si rivolge ora alla materia viva, quella modellata nel fuoco. Nella tecnica di lavorazione del raku l’argilla subisce un forte shock termico e viene estratta incandescente dal forno, per essere lavorata con ossidi e smalti. La singolarità del processo ed il suggestivo effetto decorativo dai riflessi metallici rendono le ceramiche raku degli oggetti unici, di grande valore estetico.

Il supporto dunque cambia, ma i soggetti restano gli stessi: esseri informi e spaventosi che esibiscono tutta la loro vena critica e dissacrante. Neanche la più nobile ceramica riesce a frenare le fantasie mostruose e le allucinazioni oniriche con cui Cyop e kaf  esorcizzano il conformismo quotidiano. I loro lavori non hanno perso quella carica eversiva che nasce da una lotta, tanto estetica quanto politica, contro l’alienazione.

D’altronde non dobbiamo dimenticare chi sono e da dove vengono: street artisti da sempre, guerrilleri della creatività urbana, Cyop e Kaf si erano presentati al grande pubblico in occasione della mostra “Diniego”, un happening controculturale svoltosi a due passi dal Madre di Napoli, in contemporanea con l’inaugurazione della nuova stagione espositiva 2007. Per l’occasione i due si erano inventati un evento parallelo e speculare a quello organizzato dal Museo: il depliant che accompagnava la mostra era un’esatta riproduzione di quello ufficiale, ma all’interno tutto era stravolto. Il logo del «Madre» diventava «Merda», la «Regione Campania» era «Regione Camorra» e (ce n’è per tutti!), Rifondazione Comunista assumeva i caratteri del «Partito Affarista di Rifondazione».

L’happening-parodia puntava il dito contro il disinteresse delle istituzioni, a cominciare da quelle culturali, che a Napoli come altrove investono sui grandi nomi dell’arte contemporanea, senza coltivare alcun interesse per la creatività prodotta liberamente nei territori. Un disinteresse che a Napoli rischia di rendersi complice, nel contesto di un territorio governato dalle organizzazioni criminali, così come delle reti clientelari della politica.

Questa bella Napoli, troppo spesso simbolo del disagio giovanile, risorge a nuova vita anche grazie agli interventi creativi di “sobillatori” come Cyop e Kaf, artisti che parlano alla città e che nella città lasciano la loro traccia. Bare animate, polli volanti, papi mortiferi, cervelli che piovono dal cielo con il paracadute. Questi soggetti allucinati sono uno specchio che riflette le brutture del quotidiano, ma che al tempo stesso vuole rivitalizzare il territorio, animando la città di colori, interventi estetici e messaggi politici.

Questi esseri oblunghi e mostruosi sono le tracce di un’arte di strada che si vuole effimera, ma che al contrario è molto più pregnante di quanto non sembri. Cariche di ironia e di riferimenti al contesto sociale, le immagini prodotte negli anni da Cyop e Kaf sono spiazzanti ed interrogano direttamente l’interlocutore. Dalla casalinga del basso, allo “scugnizzo” dei quartieri, le icone di questi due artisti sono entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo, veicolando un messaggio di insubordinazione che lascia il segno.

“FUOCO”
Dal 26 febbraio al 9 aprile 2010
GALLERIA OVERFOTO Vicoletto San Pietro a Maiella, 6, Napoli

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