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Vasco: “Un mese e mezzo da incubo, poi mi sono sbloccato”

Il rocker: “Ricantare le tredici canzoni del progetto ‘Alla Scala’ è stata un’esperienza tra le più dure e difficili della mia vita. Poi un giorno tutti i fattori si sono improvvisamente ritrovati…”

Vasco Rossi
LaPresse

“Per ricantare le tredici canzoni del progetto ‘Alla Scala’, riarrangiate da Celso Valli in chiave Classica Pop ho affittato l’ultimo piano di un albergo e impiegato un mese e mezzo. Dai primi di gennaio alla metà di febbraio. È stata un’esperienza tra le più dure e difficili della mia vita”. Vasco Rossi affida a ‘Facebook’ una confessione sul periodo difficile che sta attraversando.
“I medici parlano di un periodo di almeno un anno prima di poter pensare a un recupero completo… Cantare quindi le canzoni è stata una vera impresa”, svela il rocker sul social network a proposito dei brani registrati per La Scala di Milano, di cui lui stesso ha postato un’anteprima da lui stesso definita abusiva della nuova versione di Albachiara.

“I motivi non sono stati solo artistici. Entrare nel clima diverso creato da Celso e interpretare le canzoni con la stessa emozione e le stesse intensità, mantenere il senso del testo in un ambiente musicale così diverso e fare in modo che (i brani, ndr) non perdessero la loro identità non è stato facile. Tutto ciò era già una sfida notevole – aggiunge –. Difficile e interessante . Ma il problema più grave era il mio stato di ‘convalescente’ che non mi permetteva di avere l’energia solita e necessaria”.
“Ho dovuto calcolare le forze e le energie. Ore di sonno, momenti di risveglio e preparazione, combattendo con un fastidioso raffreddore che spesso non mi permetteva di respirare. Le prime settimane sono state una serie di frustranti insuccessi. Non riuscivo a trovare la combinazione giusta degli elementi: energia, voce e convinzione. Non ero ancora riuscito a cantare neppure una canzone dopo quattro settimane – spiega ancora –. La faccenda stava diventando tragica. La tensione, la nevrosi, la paura di non riuscire si stavano impossessando del mio spirito malandato e fragile. Un momento veramente terribile pieno di frustrazione, abbattimento, avvilimento mortificazione e sconforto”.

“Poi un giorno tutti i fattori si sono improvvisamente ritrovati e, impastati da una buona dose di disperazione, mi hanno spinto a cominciare a cantare con enorme tensione la prima canzone. Alla fine Nicola mi dice ‘Mi sembra che vada bene! È venuta benissimo’. A quel punto dico ‘Mettine su un’altra subito’. Risulta perfetta anche questa senza una minima pecca. Una interpretazione fantastica. Non credevo alle mie orecchie. Dico a Nicola ‘Dai proviamone un’altra!’… e poi un’altra e poi un’altra. Roba da pazzi! . Cinque canzoni in un pomeriggio e tutte perfette. Un vero miracolo di Padre Mio. Una cosa assolutamente incredibile, impossibile, inimmaginabile. Un mese di sofferenza è esploso in un minuto di totale e completo trasporto artistico”, la conclusione di Vasco Rossi.