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Il Giappone affascina Roma

Una mostra celebra l’apertura del paese all’Occidente e le conseguenze sul piano dell’arte figurativa

Chikudo Kishi. Tigri (Mo ko zu). 1895. The Museum of Modern Art, Shiga

Modernizzazione, sviluppo, armonizzazione tra vecchio e nuovo Giappone. “Arte in Giappone 1868 – 1945” è la mostra che racconta, dal 26 febbraio al 5 maggio 2013, il processo di cambiamento dell’arte nipponica pressi gli spazi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Del paese delle geishe, per tutti i non esperti conoscitori della cultura giapponese, filtra sempre un profumo misterioso di esotica distanza. La mostra cerca di abbattere questa lontananza, senza umiliarne la poesia, raccontando il Giappone del Novecento attraverso l’evoluzione artistica che copre un arco di circa settant’anni. Dall’età dell’imperatore Meiji, 1868, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, 1945.

Nell’anno della salita al potere dell’imperatore Mutsuhito, il paese comincia a liberarsi dal tremendo isolamento nel quale versava da secoli. Il confronto con l’Occidente è immediato, cosiccome lo sviluppo di due diversi movimenti figurativi. La pittura yga è la corrente che incarna la tradizione figurativa giapponese classica, mentre il “nuovo”, è rappresentato dalla pittura nighonga. Il primo stile rappresenta la concezione artistica nipponica: è il mondo spirituale ad essere rappresentato attraverso l’impiego di materiali minerali e inchiostro. La corrente nighonga utilizza invece colori a olio e lavora sulla concezione occidentale della verosimiglianza. La rappresentazione segue la realtà, non suggerisce l’immaterialità dello spirito. La mostra fotografa il difficile passaggio e l’evoluzione delle due correnti figurative attraverso una selezione di opere e oggetti tradizionali. Il percorso espositivo vede protagonisti gli akemono, i tipici dipinti su rotoli verticali di carta o di seta, oppure i paraventi che decoravano gli interni delle case giapponesi.

Tra gli artisti del periodo Meiji (1868-1912), molti nomi presenti in mostra. Kawanabe Kyosai, Kano Hogai, Hashimoto Gaho, Shimomura Kanzan, Kawai Gyokudo, Mori Kansai, Kishi Chikudo, Kono Bairei, Tomioka Tessai. Il periodo Taisho (1912-1926), il momento della piena fioritura artistica, è rappresentato da Yokoyama Taikan, Hishida Shunso, Yamamoto Shunkyo, Hirafuku Hyakusui, Takeuchi Seiho, Kaburaki Kiyokata, Fukuda Heihachiro, Kosugi Hoan, Hashimoto Kansetsu, Ogawa Usen. La maturazione del nihonga moderno, fra Taisho e Showa (1926-1989), comprende opere di Matsuoka Eikyu, Maeda Seison, Uemura Shoen, Yasuda Yukihiko, Kobayashi Kokei, Imamura Shiko, Hayami Gyoshu, Murakami Kagaku, Tsuchida Bakusen, Tomita Keisen. Infine, tante testimonianze, di provenienza diversa, del lavoro artistico. Lacche, ceramiche, tessuti, kimono, vasi, intagli in legno. Oggetti di differente utilizzo che possono essere letti come libri e testimoni del Giappone di ieri.

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Chikudo Kishi. Tigri (Mo ko zu). 1895. The Museum of Modern Art, Shiga